Politica
Renzi verso il partito della nazione, bianco rosso e Verdini

di Angelo Maria Perrino
Apparentemente si discute di articolo 2 e riforma elettorale. Ma in realtà dietro i tecnicismi c'è la politica. E c'è Matteo Renzi. Che intorno e dietro al braccio di ferro, voluto, con la minoranza del suo partito sta costruendo un percorso ben più ambizioso: la nascita del partito della nazione, sulle ceneri del vecchio Pd.
Il piano è semplice: liberarsi dell'ala sinistra dei Bersani e D'Alema, Fassino e Bindi e compagnia cantante, nazionale e locale, massimalista e demodè del partito. E far nascere tra pochi giorni, col voto al Senato, una nuova maggioranza e sullo sfondo un partitone moderato e di centro, una gigantesca Margherita (da cui il fiorentino proviene), molto pragmatico e poco ideologico, basato sulle riforme e sul buon senso. E su tanto potere. Una veccha dc meno confessionale, più liberale e riformista. O forse, ancora meglio, il vecchio sogno ricorrente e mai realizzato in Italia, del partito repubblicano di massa.
Lo spiega bene in un'intervista straordinariamente esplicita e chiarificatrice ad Affaritaliani.it il senatore Vincenzo D'Anna, esponente di spicco del gruppo di forzitalioti dissidenti raccolti da quel Denis Verdini, quasi zio del premier, sempre attivo ad onta delle condanne giudiziarie e degli impacci conseguenti, che si dice pronto a votare per Renzi aiutandolo a liberarsi del massimalismo sinistrorso del Pd e nello stesso tempo a creare una diga moderata e centrista contro gli estremismi di Salvini a destra e Grillo a sinistra. Dice D'Anna ad Affaritaliani che i verdiniani faranno una lista civica nazionale collegata alla leadership di Renzi, si terranno alla larga da Forza Italia ("Credo che Berlusconi sia da molto tempo impegnato a farsi il partito dei pretoriani con belle ragazze e giovani ragazzi telegenici obbedienti alle sue manie di onnipotenza) e ancor più dalla Lega di Salvini ("ha imboccato una deriva lepenista"). Se trovano i voti e la sfangano è fatta, les jeux son faits. Se perdono porteranno il manifesto riformista e moderato al giudizio degli italiani.
E Berlusconi? Gatta ci cova...ma di questo avremo modo di parlare...
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