Politica
Roma verso le elezioni con l'enigma Marchini

“Grande è la confusione sotto il cielo propizio è il momento” diceva Mao e dicevano I Ching, antica arte di divinazione cinese; tuttavia, per noi occidentali, il momento politico a tutti i livelli dall’internazionale, al nazionale al comunale e nello specifico al romano è sì molto confuso ma non si sa quanto poi effettivamente propizio.
A Roma si dovrebbe votare in primavera a meno che Renzi non decida di fare un decreto legge per far slittare la consultazione elettorale ufficialmente per motivi di sicurezza riguardanti il Giubileo -praticamente per prendere tempo e rafforzare il Pd-; tuttavia, questa ipotesi, come poco tempo fa ha ribadito lo stesso commissario romano Orfini sembra poco probabile.
Ed allora come si stanno preparando i partiti romani al voto?
Il Pd, dopo il crash della giunta Marino, è in grandi difficoltà di idee e di nomi; svanita, sembra, l’ipotesi magistrati tipo Sabella che ha fatto bene ad Ostia si fa con una certa insistenza il nome del deputato Giachetti, ex radicale e vicepresidente della Camera ora in forza al Partito Democratico, alle cui spalle è comparsa, alla Leopolda, una esemplificativa immagine del Campidoglio...
I Cinque Stelle crescono nei sondaggi e a Roma paiono essere il primo partito ma non spenderanno, dicono, nomi di peso come Di Battista o Di Maio e dunque c’è la sindrome dello sconosciuto/a che incombe sui risultati comunali in cui il sindaco conta più del partito.Il centro-destra si presenta diviso già ora; Storace ha annunciato la sua candidatura con La Destra mentre la Meloni non fa trapelare sue decisioni che saranno connesse ad altre scelte prese con Salvini e Berlusconi, e cioè al candidato milanese e napoletano in un “pacchetto” unico.In tutto questo la sinistra si riaffaccia timidamente con Fassina e anche con Civati che propone Riccardo Magi, segretario dei radicali, e poi c’è lui, Alfio Marchini che dice di volere correre da solo ma che intanto incassa l’appoggio sempre pesante di Berlusconi supportato da parte di Forza Italia (Taviani e Gasparri).Marchini, in questo momento, pare essere l’unico ad avere le idee chiare sulla sua candidatura e sono già stati fatti anche un paio di nomi per la squadra degli assessori più una serie di incontri elettorali in tutti i municipi.
La Lista Marchini coordinata dall’ ex consigliere Alessandro Onorato, tiene le distanze da tutti i partiti ma con un sistema a doppio turno ed a voto disgiunto c’è da capire quali saranno poi gli appoggi che potrà cogliere sia a destra che a sinistra o almeno al centro visto che oltre a Forza Italia sicuramente potrà contare sul Nuovo Centro Destra di Alfano e di una buona parte anche del Pd romano che non si è “compromesso” con l’amministrazione Marino e che non si fida più del proprio partito commissariato dopo la gestione assolutamente inefficace di Lionello Cosentino e di Luciano Nobili, ex uomo di Rutelli che per un po’ ha girovagato tra Api e Pd scegliendo l’approdo sicuro dopo la bufera giudiziaria di Lusi .
Marchini dunque ha i numeri per farcela ma gli avversari sono insidiosi e occorrerà mostrare cose concrete, organizzazione capillare e soprattutto comunicazione con un programma ed obiettivi precisi per riuscire a convincere un elettorato sempre più disincantato che non si fida più della politica e dei suoi giochi.
