Politica

Salvini-Berlusconi alleati scomodi. Ma gli Usa: "Meloni vincente e filo Kiev"

La leader FdI prova a togliere il Viminale alla Lega e a Farnesina a Forza Italia senza rompere con gli alleati. Ma il Wall Street Journal la incorona

Il Wall Street Journal incorona Meloni: "Vincente e filo Ucraina"

Il Wall Street Journal dedica un focus a Giorgia Meloni, definendola l' "attesa vincitrice di domenica" e sottolineando che, se fossero confermati i sondaggi, diventerebbe "la prima donna leader in Italia". Meloni, prosegue il quotidiano economico americano in un articolo dedicato al voto di domani, "è fermamente filo-ucraina e ha cercato di ampliare l'appeal" di Fratelli d'Italia "riposizionandolo" su posizioni conservatrici "tradizionali" e "questo include il sostegno alla posizione di Draghi contro Putin". Secondo il WSJ, inoltre, le posizioni di Fdi - "filo-ucraino, anti-immigrazione e pragmatico sull'economia - sembrano funzionare" per l'ex ministra della Gioventà. "I sondaggi mostrano il partito di Meloni comodamente davanti ai suoi alleati di centrodestra, Salvini e Berlusconi", evidenzia il giornale.

Insomma, gli alleati di Meloni saranno anche scomodi ma lei non sembra risentirne più di tanto sulla scena internazionale. Scomodità su cui si sofferma invece Repubblica, che scrive: "Può accontentare Salvini e Berlusconi, scontentando il resto del mondo. Oppure deluderli, con il rischio che siano loro a stracciarle il biglietto della vita per Palazzo Chigi".

Tra Viminale ed Esteri, Meloni e il delicato tira e molla con Salvini e Berlusconi

A partire da Salvini, che vorrebbe il Viminale per bloccare gli sbarchi. "La leader di Fratelli d’Italia ritiene – anzi, è certa - che mai il Colle accetterebbe questo scenario. Vorrebbe dire mettersi contro tutti, Europa e Stati Uniti, mercati, imprenditori, sindacati. Proverà a spiegarglielo, gli dirà che su questo punto si gioca credibilità e faccia del premier, che oltre questa linea rossa lei non può andare. E questo vale per gli Interni, ma anche per i ministeri degli Esteri e della Difesa: pesa sempre quel giudizio pendente, e gravano anche le valutazioni geopolitiche sul rapporto di Salvini con la Russia di Vladimir Putin. Qualcosa concederà, sperando che basti".

Sempre secondo Repubblica, Meloni dovrà spiegare a Silvio Berlusconi "che il mestiere di presidente del Senato è complesso, faticoso, anche fisicamente gravoso nella gestione quotidiana dell’Aula. Meglio lasciare perdere. C’è però anche qui qualcosa da concedere: la presidenza della Camera ad Antonio Tajani. E’ un’idea che prende forma da alcuni giorni. Intanto perché garantirebbe a Forza Italia – nei sondaggi più debole degli alleati – la guida di un ramo del Parlamento. Poi perché Tajani è già stato presidente dell’Europarlamento. Infine perché Meloni preferirebbe assegnare il ministero degli Esteri non al forzista, ma a una figura che conosce bene (e che già sponsorizzò per il Colle): l’attuale capo del Dis Elisabetta Belloni".