Scontro Bruxelles-Roma, i dubbi dell'Europa sulla faziosità di Renzi - Affaritaliani.it

Politica

Scontro Bruxelles-Roma, i dubbi dell'Europa sulla faziosità di Renzi


Di Ernesto Vergani


L'Unione europea non interviene nelle questioni interne degli Stati membri. Interverrebbe se venissero meno i basilari principi democratici. Di cui fondamentale è la libertà, anche quella di esprimere la propria opinione, anche di criticare. Ma senza offendere.

Fa venire dubbi che un democratico come Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, sostiene, circa la vicenda della paternità del principio di flessibilità dei Paesi membri, che il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, non deve offendere la Commissione.

Renzi risponde con parole consuetamente efficaci per colpire la mente degli italiani: "E' finito il tempo in cui ci si faceva telecomandare da Bruxelles (…). In cui si andava col cappello in mano…". Per dovere di completezza, nella sua e-news su matteorenzi.it, il premier spiega in sostanza che si tratta di un misunderstanding, un malinteso, che il principio di flessibilità era stato preparato durante il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea, e quindi accolto dalla Commissione.

Verosimilmente Juncker ha dei dubbi sulle modalità con cui Renzi utilizza le vicende europee nei confronti dell'opinione pubblica.  L'Europa apprezza le riforme strutturali del governo italiano. Tuttavia guarda con attenzione ai maggiori temi di cambiamento della democrazia italiana (dalla riforma elettorale a quella di parte della Costituzione), e con non meno considerazione ai minori (che fanno la differenza), come la questione del decreto salva-banche e del presunto conflitto d'interessi del ministro Maria Elena Boschi (un incidente di percorso che non rappresenta il nuovo, ha titolato questa testata giornalistica). Per dovere di completezza, Renzi, come riafferma nella sua e-news, in cui elenca una serie di punti (senza però una parola sul decreto che ha salvato le quattro banche), si dichiara vero europeista difendendo l'Europa alle prese con tensioni politiche in Polonia, stallo istituzionale in Spagna, referendum inglese, immigrazione balcanica.