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Politica
Se il disabile di destra si protegge dal Coronavirus è una carnevalata

Ricordate la campagna contro il conduttore Paolo Del Debbio? “Mai più nella sua trasmissioni perché sdogana il fascismo”che originò il suo sfogo: "Io sono figlio di un deportato, mio padre stava nel campo di Buchenwald. Lo Stalag 3A... so tutte queste cose perché mio padre ha fatto domanda per la pensione di guerra e poi morì senza che gli fosse data. E mi ha raccontato molto, io so qual è la parte sbagliata e quella giusta, non ho avuto dubbi su quel periodo. Ci sono vissuto. Quel poco che mi ha detto mio padre, mi ha reso cosciente di cosa possa voler dire un regime totalitario e un campo di prigionia. Per cui sul fascismo, cari giovanotti, non mi dovete rompere il cazzo...”.

 

In Italia è così. Se non sei di sinistra sei comunque una merda. Anche se sei stato deportato o lo è stato un tuo familiare. Il campo di concentramento non esiste né il tuo dolore. Se sei gay e discriminato ma sei di destra, stessa storia. Se sei nero uguale. Non sei degno. Le tue parole non finiranno neanche su un giornale rionale.

Ora siamo al disabile che prova a difendersi dal Coronavirus ma fa parte di un partito di centro destra, Forza Italia. Con l’aggravante di provenire dal Movimento 5 Stelle e quindi di essere in gergo grillino uno sporco traditore. Si chiama Matteo Dall’Osso, è immunodepresso, affetto dalla sclerosi multipla. Porta una disabilità non di poco conto e il 26 febbraio scorso ha indossato una mascherina alla Camera dei deputati.

 

“Tutti continuano ad attaccarmi perché metterei in cattiva luce l’Italia”, racconta Dall’Osso ad Affaritaliani, “Ma sono matti!? Sono immunodepresso, l’ho spiegato in aula quasi piangendo. Cosa devo fare? Condannarmi a morte? Il parlamento europeo ha chiesto l’autoisolamento dei parlamentari provenienti da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Sono stato in 3 di queste 4 regioni. Non è il caso che mi protegga? Non si trovano più mascherine e l’unica che ho recuperato è quella chirurgica che indosso. Ho detto ai parlamentari ‘porto la mascherina, ma per difendere voi, non per difendere me. E se foste intelligenti la portereste anche voi, porca di quella miseria, per difendere me’".

 

Un grido di indignazione il suo ma continua ad essere deriso. “Sono io vittima di una campagna d’odio. Mi attaccano dicendo che sono un irresponsabile. Ma io sto solo provando a difendermi. Non sono io ad aver scatenato il panico. Un giorno ‘non era emergenza’. La sera stessa si fa il Consiglio dei ministri urgente d’emergenza. Il giorno dopo ‘non è niente, è solo una febbriciatola’. Il giorno dopo ‘la situazione è grave’. E’ per questo che si è creato il panico in Italia e le persone si sono riversate nei supermercati a fare provviste”.

Il riferimento del parlamentare è ai vari messaggi del governo ma di riflesso anche al clima urlato creato dai media per i quali, paradossalmente, fino al giorno prima della crisi Coronavirus il pericolo in Italia era la xenofobia. Mettere in quarantena chi proveniva dalla Cina avrebbe scatenato il razzismo. Ora se un disabile immunodepresso mette la mascherina fa invece allarmismo.

 

La foto di Dall’Osso ha fatto breccia su tantissimi giornali ma senza spiegare le condizioni del deputato.

Addirittura Wired Italia ha dedicato alla questione un articolo dal titolo “le mascherine in parlamento sono un indice dell'immaturità dei nostri politici”, dove vengono citati Dall’Osso e una collega ma senza spiegare le loro condizioni di Dall'Osso: “...l’irresponsabilità di due parlamentari. Non bastava la deputata di Fratelli d’Italia, Maria Teresa Baldini (chirurgia, per quindici anni ha lavorato all'Istituto Tumori di Milano, affiancando il professor Natale Cascinelli e il professor Umberto Veronesi, ndr), presentatasi il giorno prima con la mascherina. Anche il collega di Forza Italia – ex Movimento 5 stelle – Matteo Dall’Osso ha deciso di seguirne il (cattivo) esempio”. Per Wired “una vera e indecente mascherata di carnevale”.

 

L’onda di isteria italiana sta colpendo tutti. E si passa da un estremo all’altro: dal ‘non c’è pericolo’ a ‘siamo tutti in pericolo’ al di nuovo ‘non c’è pericolo’. Un‘onda che colpisce anche chi giustamente dovrebbe indossare la mascherina per proteggersi.

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