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Politica
Simone Di Stefano: "Sgombero nostra sede manovra della Raggi"

CasaPound Italia ha la propria sede nazionale a Roma in uno stabile occupato dal 2003 di proprietà del demanio, vicino alla Stazione Termini, nel quartiere dell’Esquilino.

All’esterno si presenta monumentale, in marmo bianco con la scritta CasaPound in caratteri cubitali latini, stile ventennio, e la bandiera bianco-rosso-nera della tartaruga con le saette.

Affaritaliani ha intervistato il segretario nazionale Simone Di Stefano proprio in questa sede.

 

D: Allora cosa è successo qualche giorno fa?

R: Ci ha contattati la Digos e abbiamo concordato una data per permettere alla Guardia di Finanza di fare dei rilievi richiesti dalla Corte dei Conti per supposti danni erariali. Poi il giorno che avevamo deciso abbiamo visto una folla di giornalisti che evidentemente erano stati chiamati da qualcuno che voleva dare eco mediatica alla vicenda ed abbiamo chiesto di rimandare.

 

D: I media hanno riportato l’espressione “bagno di sangue”, se fosse entrata la Guardia di Finanza. È vero?

R: Assolutamente no. Abbiamo semplicemente chiesto di rimandare visto che era pieno di giornalisti. La stessa GdF ha smentito questa frase, ma nonostante questo si è aperto un procedimento penale con indagati.

 

D: Ma questo stabile a cosa è adibito?

R: Intanto ci sono 18 famiglie residenti, ma alla GdF su mandato ripeto della Corte dei Conti, interessano solo le parti comuni.

 

D: L'ispezione poi si è fatta…

R: Sì qualche giorno dopo la GdF è entrata ed ha fatto verifiche su questi spazi comuni. Qui ci sono solo gli appartamenti delle famiglie, una sala di conferenze dove siamo noi ora e una di guardianìa. Noi riteniamo che sia la Sindaca Virginia Raggi ad avere accelerato la procedura per attaccare Matteo Salvini tramite CasaPound su questa vicenda degli sgombri. Infatti, qualche giorno dopo il primo tentativo di ispezione, era programmato una riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui sedeva Salvini come Ministro dell’Interno e la Raggi come sindaco di Roma e la Raggi voleva utilizzare la vicenda della nostra sede per mettere in difficoltà Salvini.

Il drammatico omicidio di Desirée Mariottini, avvenuto tra l’altro a poca distanza da qui, ha fatto saltare tutto. Una violenza inaudita avvenuta in uno stabile di proprietà del fratello di Walter Veltroni, che il Comune doveva sgombrare e non l’ha fatto.

Poi mi devono spiegare perché vogliono sgombrare con tanta urgenza la nostra sede nazionale quando per un edificio “tricolore” occupato ce ne sono 1.500 “rossi” che nessuno tocca.

 

D: Questo edificio che storia ha?

R: Il palazzo durante il regime fascista ospitava un ente per la parificazione degli istituti scolastici. Poi, dopo la guerra, è passato al ministero della Pubblica Istruzione che lo ha abbandonato perché non convenivano le spese per metterlo a norma con la sicurezza. Sarebbe diventato una delle tante piccionaie che si possono trovar ea Roma. Noi lo abbiamo recuperato…

 

D: Ma in questa sede voi avete fatto anche eventi pubblici?

R: Sì, abbiamo invitato giornalisti come Mentana, Formigli, Paola Concia e anche un brigatista, Valerio Morucci. Inoltre, durante il recente terremoto, la sede è stata adibita a centro di raccolta viveri e materiale di supporto ai terremotati.

 

D: Le famiglie sono sconosciute al Comune di Roma?

R: No. Le famiglie hanno addirittura la residenza qui e pagano al Comune la tassa sui rifiuti. La Raggi si dovrebbe piuttosto occupare dello stato disastroso di Roma, con buche ovunque nelle strade, alberi che come oggi cadono per i temporali, i rifiuti non raccolti e i mezzi pubblici che non funzionano e dovrebbe lasciarci in pace.

 

 

 

 

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