Politica
Ucraina, Meloni non ha dubbi: la Lega si piegherà e voterà il decreto (addolcito) per inviare armi anche nel 2026
FdI sa che se Salvini strappa si va al voto e scompare. Inside

Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Alla fine i meloniani sono sicuri che il Carroccio non farà scherzi su un tema così delicato di politica estera
"Non accadrà". E' secca, chiara e netta la risposta di uno dei massimi dirigenti di Fratelli d'Italia alla domanda di Affaritaliani su che cosa accadrebbe se la Lega si astenesse in Cdm e in Parlamento e se questo gesto sarebbe un serio problema politico. Insomma, nonostante Matteo Savini continui a dire che ora di smettere di inviare armi al governo (corrotto) di Kiev, mossa anche elettorale per non lasciare solo a Giuseppe Conte e al M5S la bandiera del pacifismo gradita dagli italiani come emerge da tutti i sondaggi, alla fine i meloniani sono sicuri che il Carroccio non farà scherzi su un tema così delicato di politica estera.
"Sarebbe bene, vista la situazione attuale, attendere l'evoluzione delle trattative in corso sul piano di pace Usa così da poter definire un provvedimento pienamente coerente con il percorso diplomatico intrapreso e in grado di includere le garanzie di sicurezza per l'Ucraina che emergeranno dal negoziato internazionale", ha detto ieri il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, interpellato proprio da Affaritaliani. La linea ufficiale della Lega è quella della massima prudenza e di attendere come evolvono le trattative - di Trump e non certo dei "guerrafondai Macron e Starmer" con Mosca - prima di approvare altri aiuti militari all'Ucraina per il prossimo anno.
Ma Meloni ha preso già un impegno formale con Zelensky quando lo ha ricevuto a Palazzo Chigi e soprattutto con i vertici di Bruxelles e con la Nato, oltre che con gli stessi Stati Uniti. E una spaccatura del governo, anche con l'astensione di un partito che ha cinque ministri e un vicepremier come la Lega, farebbe il giro del mondo in pochi minuti e minerebbe quella stabilità che fa del governo italiano il più forte nel Vecchio Continente. La pillola verrà addolcita e il decreto verrà edulcorato con richiami agli sforzi americani (non dei 'volenterosi') per la fine del conflitto con la ricerca del dialogo con Mosca a tutti i costi, un modo per venire incontro parzialmente alle richieste del Carroccio.
Ma sul fatto che entro il 31 dicembre il governo approverà il decreto per rifinanziare gli aiuti anche militari all'Ucraina non ci sono dubbi. Gli impegni presi da Meloni e dai ministri Tajani e Crosetto nei consessi internazionali vanno rispettati. Punto. Tanto in Fratelli d'Italia sono sicurissimi che la Lega non aprirà mai una crisi di governo, pena il ritorno alle urne e la scomparsa (o quasi) dalla scena politica e dal Parlamento. In quel caso, ma è fantapolitica, con FdI e Forza Italia potrebbe allearsi Azione di Carlo Calenda. Ma "non accadrà", come ha sentenziato la fonte meloniana ai massimi livelli.
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