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Politica
Verdi, solo in Italia sono bonsai: offuscati dalle 5 Stelle di Grillo
Grégory Doucet, neosindaco di Lione

L’onda verde cresce in tutta Europa ma perché in Italia non sfonda? È solo di qualche giorno fa le vittoria dei sindaci ambientalisti in città importanti della Francia come Lione, Marsiglia e Bordeaux. In Austria i Verdi sono partito di governo insieme al popolare Kurz; in Germania è stato il secondo partito più votato alle Europee del 2019, ottenendo 69 seggi a Strasburgo piazzandosi dietro la Cdu/Csu di Angela Merkel e nei land dell’Est dove Alternative fur Deutschland ha terreno fertile i Die Grünen hanno conquistato due regioni strategiche come Brandeburgo e la Sassonia; in Irlanda è nato un nuovo governo con i conservatori del Fianna Fàil, Fine gael e appunto i Green party; in Svizzera, dove per una volta si deroga al principio che la definisce “la perenne eccezione a tutte le generalizzazioni concernenti l’Europa", i Verdi lo scorso ottobre, alle elezioni per il rinnovo del parlamento, hanno raggiunto il 13.3%; in Finlandia governano insieme alla socialista Sanna Marin e nella patria di Greta Thunberg, la Svezia, gli ambientalisti sostengono il governo social-democratico nato nel 2019.

In Italia il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha tolto terreno politico ai Verdi. Il leader genovese negli anni ha portato avanti molte battaglie ecologiste. Le 5 stelle richiamano proprio i punti programmatici più importanti: l’acqua pubblica, l’ambiente, la mobilità sostenibile, lo sviluppo e la connettività. Ma in due

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punti chiave, che caratterizzano i programmi elettorali dei partiti politici di oggi, vi sono le differenze fra il Movimento 5 Stelle e un partito verde tradizionale: la gestione dell’immigrazione e l’euroscetticismo (almeno nel primo Movimento 5 Stelle). Due punti che d'altronde determinerebbero di conseguenza l’area politica di appartenenza, interrompendo la “trasversalità” che ha fatto le fortune elettorali dei grillini. Forse il prossimo congresso chiarirà anche questo aspetto. Eppure i pentastellati nel 2014, prima di scegliere il gruppo degli euroscettici per eccellenza, lo Ukip di Nigel Farage, avevano bussato alla porta degli European Greens ricevendo un secco ‘no’, proprio per quelle sfumature anti-europeiste.

Interpellato da Affaritaliani.it, l’ex presidente della Federazione dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, sottolinea come in Italia il “partito ecologista che ha preso più voti fin dal 2013 è il Movimento 5 Stelle" che in Europa "vota per il 90% sugli stessi temi dei Verdi europei”. L'ex ministro per l'Ambiente precisa che comunque “ha molti limiti nel concretizzare tutto questo in provvedimenti concreti”. Ma il loro programma ha “gli stessi punti sui temi ambientali dei partiti Verdi europei”. Pecoraro Scanio inoltre ricorda le battaglie ecologiste dei grillini, “Sono anti-nucleari, sono per le rinnovabili, sono per uscire dai fossili, sono per il biologico, sono contro gli inceneritori, non vogliono le mega opere”. Dal 2013 “l’Italia ha un partito che possiamo definire ecologista e populista”. Il presidente della Fondazione Univerde rammenta che “I Verdi italiani storicamente sono riusciti a fare cose che altri Verdi europei non sono riusciti a realizzare: solo i Verdi italiani hanno fatto chiudere le centrali nucleari, in altri paesi ci sono ancora” e riporta alla memoria le prime iniziative politiche di Beppe Grillo, “Le prima volta che Grillo ha messo piede in Parlamento l’ha fatto con me per il referendum contro l’elettrosmog. Alle Europee del 2004 Grillo ha aiutato i Verdi per la campagna elettorale. Nei famosi Meetup da dove è nato il M5s si parlava di temi ambientali. Io infatti nel 2013 ho votato M5s e Sinistra Ecologia e Libertà e loro mi aiutarono a salvare l’isola di Budelli”. Ma c’è ancora margine per il M5s di proseguire una via verde?

“Alessandro Di Battista - risponde Pecoraro Scanio - per esempio ha appena proposto il servizio civile

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ambientale che è una iniziativa squisitamente ecologista e Grillo ha rilanciato l’acqua pubblica. Virginia Raggi è la seconda sindaca ecologista della capitale dopo Francesco Rutelli. L’Italia non si deve fasciare la testa mentre guarda i sindaci Verdi francesi, anche il ministro Costa è un ambientalista. Auspico che Grillo e Di Battista possano ridare slancio a questi temi”, afferma convinto Pecoraro Scanio. La nuova e attualissima battaglia di Alfonso Pecoraro Scanio è “Tenere a Roma una grande conferenza internazionale delle città amiche del turismo sostenibile". L’ex ministro dei governi Amato e Prodi è promotore del primo tour internazionale sul rilancio del turismo post-Covid. In un incontro di ieri infatti, nell'ambito della campagna #ioviaggioitaliano, ha presenziato il segretario generale dell'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite Zurab Pololikashvili, e non a caso ha partecipato anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

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