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Acciaio e Via della Seta, il futuro di Taranto corre sul fronte del porto

Giuseppe Conte torna in Puglia a soli 10 giorni dall’inaugurazione dell’84^ Campionaria - Fiera del Levante a Bari, per dare un colpo d’acceleratore alla riqualificazione del futuro di Taranto, attraverso quel CIS (Contratto Istituzionale di sviluppo), fortemente voluto dal Capo del Governo e affidato al coordinamento di Mario Turco (tarantino), il sottosegretario M5s alla presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica e agli Investimenti pubblici.

Taranto Ars

Attenzioni e influenze orientali, da tempo a Taranto, sono tornate ad essere particolarmente vivaci e ricche di fermenti, svegliando dal torpore velenoso dei sedimenti siderurgici il “fronte del porto”: antico e glorioso propulsore della capitale della Magna Grecia, sul cui orizzonte ‘binario’ puntano i progetti di rinascita della città. Caratteri somatici e tratti identitari hanno perso baffi, turbanti e scimitarre, per lasciar spazio ad occhi a mandorla, signorilità imprenditoriale e ingenti capitali da investire. 

mari di Taranto

Azione duplice, quella in atto, intrapresa in Puglia dal binomio Conte-Emiliano e coerente con l’affaccio del capoluogo ionico sui Due Mari: sul versante più piccolo della politica, valorizzando interlocutori e competenze nella controversa galassia del M5S, per dar corpo alla trama delle alleanze; e su quello più grande economico-internazionale con lo sviluppo di rapporti, accordi e intese commerciali con la più potente delle economie oggi al mondo: la Cina.

Taranto industrie

Un disegno che si scontra con i veti americani della presidenza Trump, che vive la contraddizione di una potenza sempre più chiusa su stessa, che stranamente sembra aver dimenticato l’avversione all’antagonista sovietico, per puntare il dito sul più grande concorrente produttivo-finanziario del pianeta. Quello che non un democratico, ma un repubblicano come Richard Nixon indicò come la nuova frontiera per i mercati americani, frantumando il muro dei pregiudizi verso il cosiddetto universo comunista.

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La testimonianza di una sorta d’incapacità a tenere il pallino, che anziché trovare la forza e il modo di rilanciare e provare a fare più mete, nella metaforica partita internazionale in atto, sceglie la formula catenaccio per arginare gli assalti e impedire all’avversario di avanzare. Una resistenza che potrebbe tenere a lungo, ma che la storia insegna: destinata, prima o poi, a soccombere. Nel frattempo si perde la Turchia, si mortifica l’Europa e si regala l’intero continente africano proprio alla Cina.

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Per il rilancio di Taranto e il suo Contratto istituzionale di sviluppo ci sono ben 726 milioni: tutti da destinare ad ambiti extra-Ilva: infrastrutture, ospedali, università, riqualificazione urbana. C’è da ‘tessere e ricamare’ una nuova trama intorno all’acciaieria: si comincia dal centro storico di Taranto, dall’ex filiale della Banca d’Italia, che ospiterà il primo Corso Autonomo di Laurea in Medicina e Chirurgia, e dal rafforzamento delle strutture sanitarie con la posa della prima pietra dell’Ospedale San Cataldo, per 715 nuovi posti letto e un centro di ricerca oncologica di primo livello.

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La svolta al porto, invece - dopo l’arrivo dei turchi di Yilport, il tredicesimo operatore mondiale per volumi di attività e primo nel 2018 - sarà segnata dal Gruppo Ferretti, leader mondiale nella progettazione, costruzione e vendita di yacht a motore e da diporto di lusso.

La holding turca/cinese Yilport è proprietaria del 25% di Cma Cmg, il terzo vettore marittimo mondiale per il traffico container e a Taranto hanno avuto una concessione ad operare di 49 anni su una banchina di 1.900 metri. Mentre il Gruppo Ferretti - management e know how italiani - possiede e gestisce sei cantieri navali in tutta Italia, il cui 86% è in mano alla cinese Weichai: tra le più grandi società cinesi e mondiali che operano nella componentistica di auto e di veicoli pesanti.

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Col ridimensionamento del traffico generato dal’ex-Ilva (in caduta al di sotto del 40%) l’incidenza di quello generato dai flussi gestiti da Yilport è destinato a salire fino al 30-35%, nel contempo il Gruppo Ferretti intenderebbe concentrare la sua attività sulla costruzione di scafi e sovrastrutture in vetroresina e carbonio, ma anche sulla nascita di un centro di ricerca, focalizzato sulla realizzazione di modelli e stampi.

yilport

“Tanto è stato fatto - ha avuto modo di dichiarare il Presidente dell’Autorità Portuale e Commissario Straordinario del Porto di Taranto, Sergio Prete - attraverso una riprogrammazione della parte commerciale, con il terminal contenitori affidato ai turchi, e di quella turistica attraverso l’incremento della presenza delle navi di crociera. Secondo previsioni condivise, crescerà anche l’attività dell’Eni perché il porto di Taranto servirà da passaggio per esportare il petrolio presente in un giacimento in Basilicata”.

Mario Turco

L’impronta d’Oriente continua a marcare il futuro di Taranto, che siano turchi o cinesi, fino all’incarnazione di un’atavica presenza nelle competenze del tarantino, Mario Turco (nomen homen), all’orizzonte i bagliori di una rinascita si stagliano, anche se timidamente, in parte ‘impallati’ dalle mega coperture dei parchi minerari dell’Arcelor Mittal. Nel decarbonizzarla e nel ri-valorizzare la vocazione ‘dittica’ della città, forse, è racchiusa la sfida dell’intesa a lunga gittata tra Giuseppe Conte e Michele Emiliano.

(gelormini@gmail.com)

Credit photos da Taranto: Michele Falcone

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Pubblicato sul tema: Taranto, 'Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia': sarà Conte ad inaugurarlo

                                    Conte a Taranto, commozione studenti per il rilancio della città - Video

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