Bari, le trasformazioni urbanistiche
Carla Tedesco e le regole del gioco
Negli ultimi giorni sono apparsi sulla stampa una serie di articoli che chiamano in causa alcune grandi trasformazioni urbanistiche che la nuova amministrazione è chiamata ad affrontare.
Al di là delle singole questioni, sulle quali l’amministrazione si esprimerà presto con i provvedimenti del caso, tutte appaiono accomunate da un nodo problematico, sul quale riteniamo assai importante fare subito chiarezza, e che è possibile esprimere in forma di domanda: chi orienta le trasformazioni urbanistiche?

Il riferimento ad alcuni casi concreti (ex Caserma Rossani e Punta Perotti) può aiutare a rispondere a questo interrogativo.
Partiamo dal caso Rossani. Il processo partecipativo che stiamo avviando non esprime alcuna esitazione sulle decisioni relative al futuro dell’ex caserma: coerentemente con il programma del sindaco, nell’area sarà realizzato un grande parco urbano, che salvaguarderà gli edifici esistenti e non prevederà nuove volumetrie.
Il processo partecipativo non mette in discussione questa scelta, ma è volto a coinvolgere nella progettazione tutti i cittadini che lo vorranno. È sul come il parco sarà realizzato che i cittadini potranno esprimersi, non sul se. E il ruolo dei facilitatori sarà quello di fare sintesi delle diverse istanze perché le stesse trovino adeguato spazio nel progetto, fermi restando la coerenza con l’idea di fondo - il parco - e il rispetto dei tempi di realizzazione delle opere (come è noto, già finanziate, almeno in parte).

Siamo convinti, infatti, che è attraverso la molteplicità degli usi e delle attività che lo spazio pubblico diventa spazio di convivenza tra diversi, favorendo la coesione sociale. Il miglior disegno di assetto spaziale non assicura automaticamente la realizzazione di luoghi vivi e significativi per la cittadinanza: è attraverso gli usi (molteplici) che i luoghi prendono vita. Pertanto l’approccio partecipativo che stiamo adottando va oltre il coinvolgimento nelle discussioni sulle modalità di realizzazione del parco: è un dialogo, tra amministrazione e cittadini, che si pone l’obiettivo di intercettare la capacità di azione che gli stessi hanno mostrato negli scorsi anni e che altri cittadini o gruppi di cittadini vorranno porre in essere. Il nostro obiettivo è restituire alla città un luogo che sia inclusivo, aperto a diverse istanze e sensibilità. Terremo ben presenti le esigenze e i ritmi di vita degli abitanti del quartiere e il rispetto delle regole alla base del vivere comune.

Del resto, nella cultura politica di questa amministrazione il dialogo è elemento fondante. Si tratta di un dialogo con tutta la cittadinanza, non in via esclusiva con alcuni soggetti. Sarà questo a guidare le scelte che verranno fatte in relazione ad altri punti importanti del programma di governo che attengono agli assetti di grandi porzioni di territorio urbano (come l’area costiera a sud, che si prevede diventi un grande parco pubblico da Punta Perotti sino a San Giorgio) e, più in generale, al nuovo strumento della pianificazione comunale (il PUG).
Queste considerazioni aprono la questione del ruolo dei tecnici nelle trasformazioni urbanistiche. Gli atti di pianificazione sono “atti politici, tecnicamente assistiti”, non il contrario, è bene sottolinearlo. Nessun accordo, formale o informale, tra tecnici può sostituirsi al ruolo della politica.
Nel quadro complesso della governance territoriale e del dialogo con i cittadini e con i portatori di interessi, il ruolo dell’amministrazione comunale, e dei suoi organi (giunta e consiglio), deve restare centrale, al fine di orientare le trasformazioni urbanistiche della città o, per essere ancora più chiari, del governo urbano. Nessuno può imporre tempi e priorità del dialogo. Chiunque voglia partecipare è il benvenuto, ma è tenuto ad accettare le regole del gioco.
Carla Tedesco
assessora all'Urbanistica e alle Politiche del territorio del Comune di Bari
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pubblicato in precedenza: Punta Perotti nessun risarcimento Respiro di…