Centrodestra, il giorno delle primarie? Marmo: “Serve coraggio”
Bari – “Il centrodestra oggi appare fermo, silenzioso e in balia delle sue paure, più preoccupato a trovare l’intesa tra le varie forze della coalizione che a riattivare il dialogo con i cittadini”, sferza Nino Marmo. Il vicepresidente di Via Capruzzi snocciola un lungo appello al sapore di j’accuse alla vigilia del vertice di coalizione che potrebbe archiviare definitivamente o rispolverare in extremis i gazebo di Raffaele Fitto: “Sulle primarie si sta consumando tutta la preoccupazione di una classe dirigente di mettersi in discussione, di sparigliare le carte, di essere più umana e meno ingessata”, argomenta il consigliere andriese, invitando i colleghi di partito a “smettere di seguire gli umori dei tattici inadeguati che sono con noi a giorni alterni”.
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Che il riferimento velenoso sia diretto ai centristi di Ncd e Udc? Le dichiarazioni benauguranti degli emissari alfaniani - Lanzillotta e Camporeale - dopo l’ultimo tavolo, lasciavano intendere una schiarita ma ci ha pensato il brindisino Massimo Ferrarese a rimettere la palla a centrocampo: “Nessun accordo ancora in Puglia”, ha messo in chiaro il coordinatore salentino. L’assenza fisica dei rappresentanti dello scudocrociato ha fatto il resto, irrobustendo i rumours insistenti che darebbero gli stessi diretti verso la motonave Emiliano, pronti a imbarcarsi. Magari sotto le insegne della Costituente popolare con i montiani e i popolari, potenziale utile scialuppa anche per gli scontenti della pattuglia di Massimo Cassano che dovessero mal digerire eventuali alleanze nella metà campo destrorsa. Ipotesi s’intende, per quanto, se azzurri, schittulliani ed alleati scegliessero la strada delle consultazioni popolari osteggiate, gli uomini del Ministro dell’Interno avrebbero anche il casus belli ad hoc per rompere.
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“Sono abituato a portare avanti fino in fondo le battaglie in cui credo, a prescindere dal successo finale e utilitaristico, anche quando non hanno il sostegno di tutti. Del resto, come diceva Tolkien: ‘Noi sappiamo di coloro che proseguirono, non di coloro che abbandonarono’”, segna il passo Marmo, elencando i benefici del metodo. “Avremmo la militanza che si mobilita, si roderebbe un'organizzazione che servirà a ulteriori azioni di militanza, si metterebbero le basi di un'organizzazione territoriale capillare e poi vada come vada”, incita, persuaso a non cedere terreno rispetto alla testa di serie. Anche perché - spiegano le malelingue - senza il paracadute della nomination presidenziale, dovrebbe vedersela direttamente nelle urne con un avversario interno temibile come Francesco Ventola, presidente uscente della Bat e tra i papabili, con l’aggravante dell’abbassamento a cinquanta degli scranni a disposizione. Intanto, l’ex Ministro di Maglie prepara una kermesse nazionale per mostrare i muscoli al Cavaliere…
(a.bucci1@libero.it)