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Ex-Ilva, Ugl: 'Siamo arrivati al capolinea, intervenga il Governo'

“Ormai la multinazionale ArcelorMittal non rispetta gli accordi sottoscritti al Ministero dello Sviluppo Economico e continua il suo piano di smembramento del sito di Taranto”, lo ha dichiarato il Segretario Nazionale Ugl MetalmeccaniciAntonio Spera, al termine dell’incontro in videoconferenza con la segreteria territoriale di Taranto.

Taranto ilva night

“È in atto il disimpegno della multinazionale nei confronti del nostro paese, dei cittadini, dei lavoratori, ma soprattutto nei confronti del Governo che assiste inerme alle scelte unilaterali e scellerate da parte dell’azienda. Sono circa 3.700 i lavoratori in cassa integrazione senza nessun criterio di applicazione e di comunicazione: sembra un’operazione mirata solo al far quadrare i propri conti con massicci interventi di cassa integrazione per Covid-19 e che si vanno ad aggiungere, ai circa 1.700 lavoratori che sono in amministrazione straordinaria ancora senza un piano di rientro". 

"Fornitori e ditte degli appalti - prosegue Spera - sono in attesa di incassare liquidità da mesi, ormai prassi consolidata dei pagamenti che vengono effettuati a lungo termine e con cadenze inusuali. Non abbiamo – prosegue Spera - un quadro complessivo degli interventi per quanto riguarda l’ambientalizzaziòne. Non vi è traccia delle bonifiche, si sono fatti diversi incontri e tante promesse ma le bonifiche non sono mai partite".

SPERA Ugl

"Scarsa manutenzione - sottolinea Spera - per cui l’Ugl metalmeccanici denuncia che ci sono impianti da mettere in assoluta sicurezza per la salute dei lavoratori e dei cittadini. I dipendenti sono arrivati all’esasperazioni, non c’è la fanno più a sopportare questa farsa, non è più accettabile questo comportamento da parte di ArcelorMittal: è in atto una vera e propria fuga abbandonando il territorio, l’occupazione nonché la tutela ambientale".

"Per questo – conclude Spera – l’Ugl chiede un incontro a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ArcelorMittal e sindacati in tempi rapidi”.

Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale pugliese Luigi Morgante: "Ancora una volta la proprietà e il management di Arcelor Mittal disattendono gli impegni assunti in sede istituzionale, con un comportamento sprezzante e irrispettoso non solo delle persone e delle famiglie interessate, ma dell'intera comunità, mostrando di non avere alcun vero interesse al rilancio dello stabilimento tarantino, alla sua competitività, sicurezza e al rispetto dell'ambiente".

Morgante

"Il direttore dello stabilimento e il capo del personale, meno di un mese fa - ricorda Morgante - avevano dichiarato in presenza del Prefetto che 8.500 tonnellate rappresentavano il livello minimo per garantire la sicurezza degli impianti. Adesso, invece, per centinaia di lavoratori che si erano recati nell'impianto per svolgere il loro regolare turno, la sorpresa di ritrovarsi con i badge fuori uso, perché improvvisamente messi in cassa integrazione. Una decisione ovviamente non condivisa e non concertata, destinata a far crollare ancor più la produzione ed alimentare ancora e sempre una costante incertezza.Un atteggiamento sprezzante inaccettabile, che le istituzioni nazionali e locali, pur alle prese con continue emergenze, non devono limitarsi a condannare ma cambiare attraverso un'interlocuzione e un confronto più incisivo e autorevole"

(gelormini@gmail.com)

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