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Fitto finisce ‘ulmo’ , ma la partita non è chiusa

Non c’è che dire, la Passatella - questo gioco di antiche tradizioni meridiane, in voga nelle bettole, nei bar e nei circoli più frequentati, che andrebbe usato come corso di formazione intensiva per ogni classe dirigente che volesse cimentarsi con la cosiddetta “arte della politica” - resta la lente con cui leggere le vicende politiche non solo locali.

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Sì, la Passatella, un vecchio gioco di carte e di birra - di radice evidentemente bizantina - dove la pratica della diplomazia e dell’esercizio dialettico esalta alleanze, giochi di squadra e vendette personali, condizionate e talvolta esasperate dall’alea e dall’alternanza determinate, a ogni giro, dalla distribuzione delle carte.

Nel centrodestra, Forza Italia e Lega ricordano ancora come lo schieramento di Raffaele Fitto - nella precedente tornata elettorale - agendo di fioretto, mentre l’allora Commisario FI, Luigi Vitali, faceva roteare la scimitarra, ribaltò il tentativo di isolamento, portando il candidato anti Emiliano, investito da Silvio Berlusconi, Francesco Schittulli, a decidere di fare asse con lo stesso Fitto, mettendo nell’angolo a sorpresa Cavaliere e Commissario.

Fuori onda salvini fitto meloni video

Questa volta le carte hanno deciso ‘padroni’ Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Nella trattiva al tavolo nazionale, quando gli obiettivi erano fissati su Emilia Romagna e Calabria, è verosimile che fosse logico prevedere un candidato in quota Fratelli d’Italia in Puglia, dopo l’imposizione di quello leghista in ER e di quello di Forza Italia in Calabria (dato che FI aveva già opzionato anche la Campania). Solo che all’indicazione della compagine Meloni/La Russa del ‘pezzo’ da dare a Raffaele Fitto, l’intesa Lega/FI continua a rispondere: “Lui, ulmo!”

'Ulmo' è il giocatore segnato dalle intese e alleanze, come colui che fino alla fine del gioco ‘non berrà una goccia di birra’. Lo impongono le regole non scritte, ma ben consolidate, del gioco. Per cui l’estenuante balletto o pantomima della Lega che non dà il via libera - e che alla fine pare lo negherà completamente - e Fratelli d’Italia che continua a rivendicare l’indicazione del candidato centrodestra alla presidenza della Regione Puglia, non fa che indebolire la stessa candidatura.

Meloni fitto salvini ape

A questo punto, in qualunque modo la si legga, essa risuterebbe penalizzata. Dovesse spuntarla Fd’I, la percezione sarebbe quella di un assenso ‘a malincuore’ della Lega, che certo non motiva il proprio elettorato. Al contrario, dovesse prevalere il niet leghista, il risentimento dei fittiani e Co. Potrebbe determinare una diserzione dalle urne alquanto significativa nella compagine di centrodestra.

La soluzione potrebbe nascondersi, ancora una volta, in un’iniziativa personale dello stesso Raffele Fitto. Perché ciò che la Lega sta provando a bloccare, in definitiva in Puglia, è l’affermazione che in qualunque caso Fratelli d’Italia potrebbe portare a casa: ovvero l’incremento significativo di consensi, al di là della corsa alla presidenza della Regione.

Salvini renzi ape

A dar manforte alla situazione ci sono le turbolenze del centrosinistra, dove - a ruoli invertiti - Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda vivono la ri-candidatura di Michele Emiliano come fumo negli occhi - nonostante la legittimazione delle Primarie - e rischiano di rappresentare il classico ‘gancio in mezzo al cielo’ per le strategie salviniane.

Matteo Salvini è atteso in Salento, il meteo prevede un’impennata delle temperature per poi lasciare spazio a un’ondata di freddo. Il timore diffuso è che neppure San Valentino, a metà settimana, possa riuscire ad addolcire gli animi.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Regionali Puglia, svolta Lega: 'liquida' Fitto. E ora è caos totale

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