Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Ilva e Emiliano, FI e Dit: 'Furia
francese e ritirata spagnola'

Per evitare voto mozioni, dopo dibattito su Ilva, Emiliano e suoi lasciano l'Aula e fanno mancare numero legale. La reazione sarcastica delle opposizioni

Ilva e Emiliano, FI e Dit: 'Furia francese e ritirata spagnola'

Era inevitabile che la tensione sul fronte governativo, per il ricorso presentato dalla Regione Puglia sul decreto che proroga all'ILVA i termini per , si riversasse pari pari in Aula Consigliare nel dibattito odierno, alla presenza del presidente Michele Emiliano.

Marmo sciancalepore
 

La rezione delle minoranze si è fatta incontenibile, però, quando la maggioranza ha abbandonato l'Aula per non votare le mozioni annunciate: "Non condividiamo la posizione del presidente Emiliano nel merito della odierna vicenda dell’Ilva. Ma è una posizione legittima, una scelta politica. Ciò che non è accettabile, invece, è che ci sia una maggioranza in Consiglio regionale composta da veri 'cuor di leone', hanno dichiarato il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta, ed i consiglieri Domenico Damascelli e Francesca Franzoso.  

Gli stessi consiglieri hanno quindi aggiunto: "Uomini che dopo aver parlato per ore e snocciolato questioni in lunghissimi interventi in aula - peraltro tutti chiaramente contrari al ricorso al Tar presentato dalla Regione - hanno fatto ‘furia francese e ritirata spagnola’. Sono fuggiti dall’aula al momento del voto, per non assumersi la responsabilità di fare il loro e il nostro lavoro, ciò per cui siamo stati votati e ritenuti degni di far parte dell’istituzione: decidere. Far mancare il numero legale proprio sull’ordine del giorno dell’Ilva è una indecorosa pagina politica, che concorre a distinguere tra ‘uomini’ e… dispensatori di chiacchiere”. 

 

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Indignazione anche nel gruppo regionale di Direzione Italia (Ignazio Zullo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola) che erano rimasti in aula per votare gli ordini del giorno: "Emiliano ha paura della democrazia e scappa! Finito il suo discorso e avendo detto di avere ragione, per ciò che concerne il suo ricorso contro il decreto ambientale del governo, ha impedito al Consiglio di votare le mozioni e decidere se doveva proseguire o meno. Va via e ordina ai “suoi” di seguirlo facendo mancare il numero legale".

"Parole come Partecipazione hanno un senso solo propagandistico - rincarano i consiglieri Dit - a conferma che esiste il “sinedrio” (il Consiglio regionale) dove i farisei utilizzano le belle parole su Taranto e il suo futuro e poi esiste la vera Taranto quella con i problemi occupazionali e di sanità che finisce solo per essere alla mercé di una querelle infinita all’interno del Partito democratico".

"Siamo francamente stanchi - hanno concluso dalle fila dei Dit - di assistere a questo teatrino della politica dove il presidente recita una parte a seconda di chi ha di fronte: uno nessuno e centomila. Mentre la Puglia soccombe sotto il palcoscenico".  

Galante m5s
 

Il consigliere del M5S Marco Galante nel corso del suo intervento ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno che impegna il presidente a predisporre il totale fermo degli impianti, dei nastri trasportatori e dei mezzi che determinano l’innalzamento di polveri minerali che si disperdono nell’ambiente.

“Alla luce delle evidenze scientifiche - ha puntualizzato Galante - è chiaro che Taranto ha bisogno di una riconversione economica che vada verso la chiusura delle fonti fossili”. Rivolgendosi al presidente Emiliano, il consigliere Galante ha chiesto “di essere chiaro e dire se la sua posizione è per la chiusura dell’ILVA o semplicemente per anticipare questo famoso Piano ambientale, dal 2023 al 2020 o al 2021”. Ha chiesto ancora di poter “valutare la possibilità di seguire anche un’altra strada, quella della concertazione tra Regione, Comune, sindacati e Ministero per valutare l’opportunità di chiudere immediatamente le fonti inquinanti, decontaminare e bonificare subito la zona e andare verso una riconversione economica”.

campo PD
 

“Lo dico a ragion veduta agli amici dei 5 Stelle - ha subito reagito il capogruppo del PD Paolo Campo - che chiudere l’ILVA non risolve il problema ambientale, neanche nel lungo periodo”. “Dobbiamo diffidare dalla tentazione di trovare in vicende così complesse scappatoie o scorciatoie che alla meglio, soprattutto data la loro impossibilità pratica, rischiano di aumentare i germi della conflittualità già presente, inevitabilmente presente in una discussione così complicata”.

“Sembrano quasi una rinuncia al confronto e al dibattito - ha ribadito Campo - ed hanno più il sapore della rinuncia della politica a misurarsi con una sfida che, per cultura politica, sia il Paese che la Puglia meritano che vada colta. Per questo inviterei tutti a stare sul tema, a fare ogni sforzo perché si riconduca alla ragione che oggi sembra più che altro o prevalentemente interessato a porre diktat, e che il Consiglio, se deve arrivare a una presa di posizione lo faccia in maniera più consapevole, più matura, più compiuta, con maggiori elementi a disposizione”.

“Il Partito Democratico - ha concluso Campo - credo che non potrà partecipare alla votazione su alcuno degli ordini del giorno proposti”.

(gelormini@affaritaliani.it)


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