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Roma
Carcere stupefacente a Frosinone: sequestrata la droga venduta ai carcerati
Carcere Casal del Marmo

Una detenzione stupefacente. Nel penitenziario di Frosinone la droga viaggiava a fiumi. Gli uomini della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere hanno condotto una importante operazione di servizio che ha permesso il sequestro di telefonini e droga.  

Il blitz

Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega che “alle prime ore dell’alba di ieri, il personale di Polizia Penitenziaria di Frosinone, supportato da Agenti provenienti da altre carceri e con l’ausilio del Nucleo dell’unità cinofila del Corpo, hanno dato esecuzione ad una perquisizione straordinaria volta alla prevenzione ed al contrasto del traffico di oggetti non consentiti, in primis telefoni cellulari, e alla ricerca di sostanza stupefacente. Seppure la perquisizione abbia interessato solamente tre delle 17  sezioni detentive presenti nell’istituto ciociaro, sono stati ritrovati otto telefoni cellulari, tra cui diversi smartphone completi di cavetti a caricabatterie,  ed un quantitativo di diverse centinaia di grammi di sostanza stupefacente di tipo hascisc”. “Ancora una volta”, evidenzia Somma, “nonostante l’enorme difficoltà dovuta dalla cronica carenza di personale, gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria hanno dimostrato grande spirito di sacrificio, abnegazione e professionalità, portando a termine, con ottimo risultato, questa complessa attività di ricerca, contrasto e prevenzione. Plauso del SAPPE ai colleghi che hanno preso parte alla brillante operazione”, conclude.

Il sindacato

Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, commenta come i rinvenimenti nel carcere di Frosinone “fanno comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti, e di telefoni cellulari”. Capece conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria, a Frosinone e nelle altre prigioni laziali, è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla introduzione di telefonini ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Per altro, il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.

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