Roma
Roma, colonnine di ricarica sotto attacco dei predoni di rame: 200 furti in tre mesi. E' allarme
In arrivo utilizzo a tappeto delle telecamere, anche con riconoscimento automatico della targa

Roma, colonnine di ricarica sotto attacco dei predoni di rame: 200 furti in tre mesi. E' allarme
Quando a Roma fu introdotta la sosta a pagamento per settimane nel quartiere San Lorenzo come forma di protesta furono rubati o danneggiati i parcometri: ora che la città ha un numero significativo di colonnine per la ricarica delle auto elettriche, arrivano i ladri di rame che tagliano i cavi e se li portano via.
Sarà per questo che per i produttori di qualsiasi innovazione urbana, quando devono lanciare un prodotto scelgono Roma come test, seguendo l'adagio: “Se supera Roma, può essere installato in qualsiasi città del mondo”.
E-Motus: "200 episodi di danneggiamento delle infrastrutture"
E così sta accadendo anche alle colonnine per le E-Car. A denunciarlo è la Motus-E, l’associazione italiana che riunisce le aziende della filiera della mobilità elettrica, che in una nota scrive: “Negli ultimi tre mesi, soprattutto a Roma e nel Lazio, si sono verificati circa 200 episodi di danneggiamento delle infrastrutture finalizzati alla sottrazione dei cavi di ricarica di rame dalle colonnine per le auto elettriche. La Pubblica sicurezza ha prontamente acceso un faro sulla vicenda e gli operatori della ricarica si sono messi a disposizione per fornire il massimo supporto attraverso una condivisione di informazioni estremamente proficua", spiega il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso. "Come associazione noi abbiamo immediatamente dato vita a una task force dedicata alla questione, - aggiunge - per monitorare la situazione e diffondere le migliori best practice per la sicurezza delle infrastrutture, a partire dall’utilizzo a tappeto delle telecamere, anche con riconoscimento automatico della targa".
Il reato punito col carcere sino a 10 anni
"Sul tema è importante essere chiari - conclude Naso, - per pochi euro di rame si fanno danni ingenti e chi commette questi reati rischia moltissimo, perché la fattispecie può prevedere diverse aggravanti, dal danneggiamento alla sottrazione di materiale da infrastrutture per l’erogazione di energia, che possono comportare pene fino a 10 anni di reclusione".