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Roma
Coronavirus, i consigli dell'urologo ma per le donne. Le patologie sentinella

Uno dei tabù che ancora oggi sembra permanere nella società occidentale è quello della visita urologica femminile, vista dalla maggior parte delle donne come poco utile o necessaria, se non del tutto sconosciuta come possibilità di trattamento di alcune patologie, ritenendola indicata esclusivamente per il genere maschile.

Così non è. Molte sono infatti le malattie, anche tipicamente femminili, che possono e devono essere risolte esclusivamente da uno specialista come l’urologo, non potendo, per diverse peculiarità, essere trattate da altri tipi di medici.

Per provare a indagare sull’argomento, abbiamo raggiunto telefonicamente il dott. Giorgio Federico di idoctors.it, specialista in Urologia a Roma.

Perché molte donne non si rivolgono all’urologo?

Quello della scarsa attenzione delle donne per la visita urologica è un argomento attuale e interessante sotto molti punti di vista. Spesso le donne pensano che le problematiche legate all’apparato urinario possano essere risolte con una visita ginecologica. In alcuni casi è così, ma l’approccio dei due specialisti è tuttavia differente e in molti casi quello dell’urologo è quello più indicato.

Questo importante aspetto è stato progressivamente percepito dalle donne, giovani e meno giovani, tanto che attualmente il numero delle visite urologiche femminili è in crescita. E questo sia perché c’è stata una maggiore sensibilizzazione sulla questione, anche tramite i mezzi di informazione, come ad esempio internet, ma anche perché spesso è lo stesso ginecologo che indirizza la paziente dall’urologo, dopo che ad esempio ha reiterato tutta una serie di terapie che però si sono rivelate inefficaci (prima tra tutte ad esempio le terapie antibiotiche per le cistiti, una delle patologie più frequenti sia tra le ragazze giovani sia dopo la menopausa).

A proposito di patologie, quali sono quindi quelle per le quali è bene rivolgersi ad uno specialista dell’apparato urinario?

Oltre alla già citata e molto diffusa cistite, altra patologia tipica dell’urologo, così come nell’uomo, è la calcolosi delle vie urinarie. Poi ci sono le patologie strettamente connesse all’apparato urinario, tra le quali ad esempio la stenosi del giunto, una patologia malformativa che interessa le vie renali. Ma anche patologie di tipo neoplastico, anche queste comuni con l’uomo, quali il tumore al rene e al surrene. Oppure patologie tipo il prolasso della vescica, una delle cause principali dell’incontinenza femminile. O ancora patologie di natura urologica, quali la vescica iperattiva o non neurogena.

Dalla varietà delle patologie, è chiaro come la vecchia idea che alla donna l’urologo non serva sia decisamente errata. Per fortuna ora l’attenzione sta cambiando, e anche se come primo acchito, nella maggior parte dei casi le donne continuano a rivolgersi comunque al ginecologo, l’urologo, o meglio l’uroginecologo, sta diventando sempre più uno specialista di riferimento per le donne.

Visto che c’è ancora qualche timore per via dell’ignoranza, come si svolge una visita urologica?

La visita urologica è di tipo internistica, molto simile a quella ginecologica, e consiste innanzitutto nella valutazione dell’addome, che viene palpato per vedere se c’è una distensione addominale. Si controllano poi le logge renali, i reni, e se è il caso si fa una visita ginecologica, anche non strettamente approfondita come la può fare un ginecologo, per vedere in alcune pazienti, soprattutto in menopausa, se ad esempio c’è un prolasso della vescica in vagina, spesso causa di incontinenza.

La prevenzione può essere utile quindi per questo tipo di patologie?

La prevenzione in questi casi è utile principalmente per due motivi: la possibilità di migliorare la qualità della paziente e quella di evitare la cronicizzazione delle patologie. Per una paziente che soffre di incontinenza, ad esempio, l’attività in comunità è molto limitata, quindi una prevenzione precoce è l’ideale sotto questo punto di vista, perché permette di controllare la patologia sin dall’inizio e di capirne le cause. Inoltre, nel dettaglio di quel che concerne l’incontinenza, questa può interessare donne di tutte le fasce d’età e può essere spia di patologie malformative a livello di midollo spinale come la spina bifida, oppure dipendere da problematiche legate a un fatto di psiconevrosi. È una patologia abbastanza importante, quindi, da non sottovalutare. Stesso discorso vale per le infezioni alle vie urinarie, anch’esse limitanti dal punto di vista della vita in comunità, che possono colpire qualsiasi fascia d’età e che se non curate e bene inquadrate dal punto di vista uroginecologico possono determinare una cronicità nella ricorrenza. Per non parlare inoltre delle patologie legate alle abitudini di vita, tra le quali quelle legate al fumo, o le neoplasie delle vie urinarie, o le patologie malformative del rene e delle vie urinarie. È quindi abbastanza ampio il campo, e una buona prevenzione, non solo ginecologica ma anche di tipo urologico, serve soprattutto al fine di dare una qualità di vita migliore, accettabile, ed evitare di incorrere in cronicizzazioni di patologie che diventano poi sempre più difficili da risolvere dal punto di vista terapeutico.

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