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Roma

Trenta sedi di partito gravemente morose nei confronti dell'Ater. A guidare la lista c'è il Pd con quasi 600mila euro di debiti. A seguire l'Udc con 160euro di morosità per la sola sede di via Anagni. Più una lunga lista di debitori, per un totale di circa 1,6 milioni, di varia natura e storia politica: dal Pci al Psi a Sel, fino al buco di 62 mila euro del Psdi per la sede attigua a quella dem dell’Alberone, in via Appia Nuova.

Ora la situazione è davvero al limite e per 30 sedi sono partire le lettere di morosità: o si paga, concordando anche una dilazione, o si viene sfrattati. I conti dell'Ater vedono un credito nei confronti dei partiti arrivato a quota 1,6 milioni. Troppi.

In Commissione

Ecco allora che in un'infuocata commissione Emegenza abitativa in Regione si è deciso per andare avanti con la linea dura. La richiesta è netta: pagare gli arretrati entro trenta giorni, oppure Ater è pronta a intrapredere le vie giudiziarie. È l’inizio dell’attività di regolarizzazione avviata dal commissario Orazio Campo. Una situazione che, già da questa mattina - martedì 13 febbraio - vedrà l'invio delle raccomandate. Un colpo ferale per le casse dei partiti: alcune sedi morose, infatti, appartengono a partiti che neanche esistono più. Resta in calce però il contratto e a risponderne sarà il tesoriere ai tempi dell'accordo.

Un terremoto

Insoma, un vero terremoto che vede in testa alla classifica proprio il Pd. I Dem hanno accumulato negli anni un cifra monster e già oggi è prevista una riunione con i vertici del partito romano per fare la quadra e trovare una soluzione in tempi rapidi se non si vogliono veder sparire sedi storiche e roccaforti della Sinistra. Il segretario romano, Enzo Foschi, cerca di tranquillizzare un po' tutti: "Onoreremo i nostri debiti", spiega.

I debiti del Pd

Ma il problema c'è. Perché il Pd, cioè quello che, nonostante l’affitto quasi sempre a prezzi modici (tipo dai 165 euro al mese per il fondo in via dell’Archeologia a Tor Bella Monaca fino ai 938 per la sede di via La Spezia), al momento ha una maggiore esposizione per via della morosità ripetuta in una ventina di sedi distribuite su tutto il territorio della Capitale. Si va dai 35.155 euro di affitti non versati per la sede di via Ghiberti 23, al debito di 30.996 euro per il presidio in via La Spezia 79, passando per i 28.874 euro che mancano all’Ater per i locali di via Giovanni Michelotti, zona Pietralata, o i 16 mila per via del Gazometro. In tutto 603.280 euro di debito ancora da trattare e saldare che il Pd, va detto, inserisce regolarmente nei bilanci, ma che ha una storia tutta da raccontare. Su 22 circoli, 20 sono morosi.

"Vogliamo esser convocati"

"Non siamo abusivi e non c’è alcuna intenzione di non pagare: onoreremo il nostro debito. La somma è frutto dell’eredità storica del partito, ma non fa capo direttamente al Pd - spiega Foschi -  nel corso degli anni, nelle sedi abbiamo fatto lavori di ristrutturazione: ora aspettiamo che l’azienda e il Commissario straordinario ci convochino per un conteggio reale e per sistemare la situazione".

Poi toccherà a circoli e associazioni

Lo zoccolo duro riguarda le sedi politiche che hanno i debiti maggiori ma nelle casse dell'Ater mancano  centinaia di migliaia di euro legate agli affitti dei circoli: associazioni più o meno legate alla politica di quartiere che nel corso degli anni hanno accumulato migliaia di euro di debiti andando a creare un buco mostruoso che sfiora quota 1,6 miliardi (nel computo ovviamente rientrano anche le case popolari, ma questa è un'altra storia). Ora la palla passa alle Poste che, nel giro di due o tre giorni lavorativi, consegneranno le raccomandate di diffida: o si paga o si esce, non c'è scampo.

 







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