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Roma, l'Europa dice sì al Termovalorizzatore. Kyoto Club: “Roba superata”

"Siamo in contatto con Gualtieri ogni settimana. Dobbiamo trovare una soluzione" al problema dei rifiuti a Roma, "metterli in terra è una pessima soluzione. E' venuto il tempo di risolvere".

Lo ha sottolineato Frans Timmermans, commissario al Green deal europeo, a 24 Mattino su Radio 24. "Stiamo lavorando insieme per trovare una soluzione - ha aggiunto - e questo si può fare anche con un termovalorizzatore, se fatto in modo sostenibile".

Sui rifiuti di Roma il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante non ha dubbi: bisogna risolvere "Un buco nero senza alcuna forma di organizzazione”.  

Tra le posizioni contrarie all’attivazione di un termovalorizzatore a Roma, proposta dal sindaco Roberto Gualtieri entro il 2025, Francesco Ferrante ha voluto sottolineare a La Svolta Svolta tutti i motivi del suo “no”.

Secondo l’ex direttore generale di Legambiente e dal 2009 vicepresidente del Kyoto Club, l’auspicio è che l’attuale polemica non distragga da ciò che, a suo dire, è la priorità: ripensare, finalmente, l’organizzazione dell’Ama - società in house che gestisce per conto dell’ente Roma Capitale la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Ferrante, quanto è importante, oggi, parlare di termovalorizzatori?

"È una cosa fuori dal tempo sia dal punto di vista delle scelte politiche che si fanno in Europa che dal punto di vista tecnologico. Nel Vecchio Continente l’incenerimento è stato escluso dalla tassonomia perché si ritiene che non abbia futuro e perché non rispetta il principio del Do Not Significant Harm. Per questo non è finanziabile: non guarda al futuro né alla riduzione delle emissioni climalteranti".

Qualcuno potrebbe dire risponderle ricordando che molte città europee si sono dotate nel tempo di diversi impianti di questo tipo.

"È vero, ma sono progetti che risalgono a vent’anni fa. Oggi questa tecnologia è sorpassata. L’Europa non la considera più attuale. La settimana prossima, si voterà in Commissione Ambiente del Parlamento europeo l’esclusione delle emissioni degli inceneritori dall’ETS (Emissions Trading System) e quindi da una certa data in poi, verosimilmente tra il 2026 e il 2028, gli inceneritori dovranno pagare le emissioni climalteranti prodotte. Perché l’esenzione era dovuta al fatto che quando fu stabilita l’esenzione dal pagamento per gli inceneritori, fu fatta perché si diceva che le emissioni di CO2 da un inceneritore sono, comunque, minori rispetto a quelle che si avrebbero producendo energia in altro modo o smaltendo rifiuti in altra maniera. Ora l’energia elettrica la produciamo, per fortuna, con le rinnovabili, il mix europeo si attesta a circa 300 grammi di CO2 ogni kWh prodotto. Per un inceneritore nuovo il dato è il doppio. Quindi l’esenzione che era giustificata quando fu pensata, oggi non lo è più".

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