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Roma
Sfiducia Zingaretti, centrodestra tradito: "Ora guardiamoci allo specchio"

Centrodestra tradito dai suoi stessi consiglieri. La sfiducia contro Zingaretti alla regione naufraga tra le spaccature interne alla coalizione, con i "traditori" ora al centro della polemica.

 

Nel mirino dei leader del centrodestra finiscono così, invitabilmente, tutti coloro che votando contrariamente o non presentandosi hanno salvato la poltrona del governatore della Pisana: l'ex leghista Cavallari, assente, il forzista Cicciarelli, anche lui assente, e la consigliera Cartaginese, che proprio in occasione del voto ha annunciato il proprio addio a Forza Italia.  "La mozione di sfiducia a Zingaretti è servita innanzitutto per mettere il centrodestra davanti alle proprie responsabilità - ammette Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia - La maggioranza degli elettori del nostro Paese voterebbe per il centrodestra, ma nel Lazio, e non solo qui, le divisioni della coalizione fanno governare il Pd. È successo anche oggi: 13 dei sedici consiglieri regionali uniti hanno promosso e votato la mozione di sfiducia a Zingaretti, coerenti con il loro mandato elettorale, prescindendo dai loro interessi personali. Questo ha costretto il M5S a votare, contro voglia,  la mozione del centrodestra. Altri consiglieri, invece hanno tradito il mandato elettorale e si sono piegati a logiche diverse consentendo a Zingaretti di andare avanti".

 

Archiviata la delusione della mozione, forse più funzionale a stanare i traditori che a far cadere Zingaretti, Parisi guarda poi al futuo, indicando in una "pulizia interna" di Forza Italia la carta decisiva per il rinnovamento: “Da oggi è chiaro come sopravvive Zingaretti ma è altrettanto chiaro che se il centrodestra vorrà guardare al futuro del Paese con l’ambizione di farlo tornare grande sarà necessario dar vita a una grande rigenerazione politica. Il peso di questa sfida si gioca soprattutto in Forza Italia che oggi ha dato pessima prova di sé - prosegue Parisi - Se Forza Italia vuole davvero promuovere un processo di rinnovamento verso 'l'Altra Italia' per dare una rinnovata rappresentanza politica all’elettorato liberale e popolare, deve innanzitutto avere il coraggio di guardare al proprio interno ed estirpare quel male che la condanna alla marginalità".

Un concetto ribadito con forza anche dalla Leg, con il capogruppo alla Regione Angelo Tripodi che ribadisce la propria coerenza e condanna quei "consiglieri eletti con il centrodestra hanno deciso di sostenere in Aula o con l'assenza Nicola Zingaretti", gli stessi che "non passa giorno a puntare l'indice sia sul governo nazionale sia su quel che resta della coalizione". Chiaro anche in questo caso il riferimento ai forzisti di Aurigemma, finalmente fatti uscire allo scoperto, ai quali manda un messaggio chiaro e coinciso: "Una certezza: la pacchia sta per finire!''.

 

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