Fisco e Dintorni
Contributi decreto sostegni: attenzione ai rischi penali

Denuncia di PIN: in caso di errori nelle domande per i contributi a fondo perduto si rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Parleremo anche di questo lunedì 12 aprile in Parlamento.
“Come se non bastassero le difficoltà interpretative della norma sui contributi a fondo perduto previsti nel decreto sostegni (Dl n.41/2021), le partite iva rischiano anche problemi penali in caso di errori… Oltre al danno si rischia anche la beffa!!!”, sono queste le dichiarazioni del Presidente di Partite Iva Nazionali, Antonio Sorrento.
Continua il Presidente Sorrento “Nei giorni scorsi siamo stati a Roma per la manifestazione delle partite iva e con l’occasione abbiamo avuto modo di denunciare alle istituzioni questa ennesima beffa… Grazie al nostro Comitato scientifico (CTS), su proposta degli Avv.ti Sergio Patrone e Matteo Sances, abbiamo esaminato la norma e riteniamo che le disposizioni non siano assolutamente chiare tanto che la stessa Agenzia delle Entrate ha modificato più volte le proprie istruzioni operative. Proprio per questo lunedì 12 aprile una delegazione di PIN, composta da componenti del nostro CTS, sarà ricevuta a Montecitorio per illustrare meglio questo e gli altri punti programmatici del nostro progetto di riforma già illustrati al Governo con le precedenti petizioni”.
Alla luce di quanto evidenziato, effettivamente i richiedenti rischiano la contestazione del reato di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” previsto dall’articolo 316ter del codice penale anche in caso di errori qualora le somme non dovute superino 4.000 euro.
Ricordiamo che i contributi spettano a tutte le partite Iva con un fatturato 2019 non superiore a 10 milioni di euro. Sono esclusi i contribuenti che hanno cessato l’attività al 23 marzo 2021 o che hanno iniziato l’attività dopo questa data. Per richiedere il contributo, il calo medio mensile deve essere di almeno del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.
Oltre a ciò, l’importo del contributo non può essere superiore a 150mila euro con il riconoscimento di un importo minimo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le società e altri soggetti collettivi.
La percentuale deve essere applicata sul calo medio mensile del fatturato 2020 rispetto al 2019. Per coloro che hanno iniziato l’attività nel 2019, il fatturato medio mensile va determinato, considerando i mesi di attività e tenendo conto dei mesi successivi a quello di attivazione della partita Iva. I contribuenti che hanno iniziato l’attività dal 2019, anche nel caso in cui non superano la condizione della riduzione del fatturato, hanno comunque diritto al bonus nella misura minima di mille euro per le persone fisiche e di 2mile euro per le società e gli altri soggetti collettivi.
Lunedì 12 aprile PIN sarà dunque a Montecitorio in audizione, per continuare a proporre la sua #RIFORMAFISCALE del #MONDOREALE delle #PARTITEIVA.