App Europee e Sicurezza, diritti e gestione anziani
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: si parla di app per la salute e il tracciamento dati, ma in altri Stati europei cosa stanno facendo? Ci sono già delle app? Barbara Ducero
Risposta: sì ci sono già delle app attive in altri Stati europei per la tracciabilità relative al covid 19. Ad esempio la app tedesca “GeoHealthApp”, che fa largo uso dei dati relativi agli spostamenti storici di ogni utente, per ricostruire nel tempo il contagio ed i possibili contagi secondari; l’app spagnola “CoronaMadrid”; le app austriache “Stop Corona” e “Novid20” una pubblicata dalla Croce Rossa ed una da un’associazione di professionisti del digitale, entrambe basate su tecnologie Bluetooth: la prima associa ad ogni utente un ID, inviando una notifica allo stesso se nelle ultime 48 ore è entrato in contatto con un altro soggetto infetto, senza tuttavia fare menzione dell’ID di quest’ultimo; la seconda individua in quale area geografica vi sia un minor rischio di essere infettati, al fine di proteggere soggetti particolarmente a rischio. In Italia si utilizzerà la app “Immuni”, in conformità al modello europeo delineato dal PEPP-PT, in effetti adottato in parte dall’app, per le garanzie per il rispetto della privacy. Il progetto PEPP-PT (Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing), sostanzialmente comprende una app che analizza i dati scambiati tramite Bluetooth tra dispositivi mobili, dotata di sistemi di crittografia ed anonimizzazione dei dati personali, al fine di garantire il rispetto dei principi di minimizzazione dei dati ed un approccio sicuro alla raccolta degli stessi. La Commissione europea ha dato delle linee guida in cui ha precisato la scelta tecnologica di utilizzare soluzioni basate su Bluetooth che tutela meglio i dati e la privacy personale dei cittadini. Nei vari Stati dell’Unione Europea e negli Stati EFTA solo Cipro e Norvegia stanno vagliando soluzioni blended che sfruttano sia Bluetooth che GPS. E’ fondamentale un coordinamento europeo per soluzioni omogenee che aiutino e agevolino la sicurezza negli spostamenti in Europa.
Domanda: ho letto che covid 19 ha sintomi quali le crisi epilettiche, è una fake news? Ci sono degli studi europei? Marco Fusco
Risposta: ad oggi non c’è nessuna prova scientifica che l’infezione da COVID-19 possa manifestarsi con crisi epilettiche in assenza di altri sintomi, spiega il dott. Marco de Curtis, Direttore U.O. di Epilettologia Clinica e Sperimentale, Ist. Besta, concorde con quanto dichiara la Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) in merito ad alcune recenti affermazioni riportate dai media secondo cui l’infezione da COVID-19 potrebbe manifestarsi inizialmente anche con crisi epilettiche, in soggetti che non hanno una precedente diagnosi di epilessia e in assenza di febbre e altri sintomi influenzali. Secondo la LICE, società scientifica completamente dedicata alla ricerca in ambito epilettologico ed al miglioramento della diagnosi e cura dell’epilessia, allo stato attuale non vi sono evidenze scientifiche a dimostrazione che l’infezione da COVID-19 si possa manifestare inizialmente con crisi epilettiche, in assenza di altri sintomi. C’è un vademecum scaricabile gratuitamente on line che rassicura anche gli stessi pazienti con epilessia e che spiega come affrontare l’emergenza da COVID-19, Il vademecum è disponibile e facilmente consultabile sul sito delle Società (www.lice.it). Anche Epilepsy Foundation concorda e pure l’International League Against Epilepsy (ILAE).
Domanda: chi controlla che i nostri dati personali siano tutelati in questa situazione di emergenza? Nuccia Caretta
Risposta: la Direttiva ePrivacy consente il trattamento di dati di localizzazione da parte degli operatori esclusivamente quando gli stessi siano resi anonimi o l’interessato abbia prestato specifico consenso al trattamento degli stessi. L’art. 15 autorizza gli Stati membri ad introdurre misure legislative di urgenza a salvaguardia della sicurezza pubblica, ma tali misure devono essere necessarie, appropriate e proporzionate, in accordo con i diritti fondamentali garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione europea sui diritti umani. Il comitato europeo per la protezione dei dati ha come obiettivo quello di garantire l’applicazione coerente nell’Unione europea del regolamento generale sulla protezione dei dati e della direttiva sulla protezione dei dati personali. Il Comitato europeo per la protezione dei dati (https://edpb.europa.eu/about-edpb/about-edpb_it) contribuisce all’applicazione coerente delle norme sulla protezione dei dati in tutta l’Unione europea e promuove la cooperazione tra le autorità competenti per la protezione dei dati dell’UE.
Domanda: in Italia si discute su a chi dare le cure appropriate e mi pare si stiano calpestando i diritti degli anziani, cosa fanno in altri Stati europei?
Risposta: le risponde il prof. Michele Poerio, presidente di Federspev “non importa quali siano i limiti finanziari, a noi spetta di stabilire il concetto secondo cui non sia solo l’economia a guidare i principi etici in medicina, ma che siano i principi etici a guidare la nostra economia in tutti i settori, secondo il supremo criterio che regola ogni vita sociale evoluta: il criterio di giustizia. Criterio che negli ultimi decenni la politica ha completamente ignorato nella determinazione della quota da destinare alle spese sanitarie puntando ad un principio economicistico esasperato che ci ha portato alla disastrosa situazione sanitaria determinata dal Covid-19. E’, quindi, indispensabile effettuare una rivoluzione copernicana nella sanità pubblica in Italia. In Francia il Plan blanc dell’ospedale di Perpignan ha definito 4 tipi di decessi: ‘le morti inevitabili’ dovute alla gravità della malattia al di là di ogni intervento terapeutico; ‘le morti evitabili’ con cure al top delle possibilità; ‘le morti accettabili’ dei grandi anziani ( over 85) con poli-patologie; ‘le morti inaccettabili’ di giovani senza patologie. L’obiettivo prioritario in Francia è lo 0% delle ‘morti inaccettabili’ e quello secondario di limitare ‘le morti evitabili’. In Olanda gli over 70 hanno ricevuto un modulo da sottoscrivere in cui si impegnavano a non ricoverarsi in ospedale, in caso di coronavirus, per lasciare i posti a chi avrebbe avuto maggiori possibilità di guarire. In Catalogna il capo del governo autonomo Quin Torra ha inviato a tutti gli ospedali una direttiva allucinante: ‘rifiutare il ricovero a tutti gli ottantenni; convincere i loro parenti a non accettare l’ingresso nelle rianimazioni dove i ventilatori polmonari sono insufficienti’. In questo contesto il problema degli anziani assume una particolare cogenza a livello europeo soprattutto considerando il cambiamento demografico che ha uno scenario modificato rispetto al passato, cambiando sia l’età del paziente che il tipo stesso delle patologie da acute in croniche, ci sono studi europei in atto sul fatto che è imperativo focalizzarsi sull’ottimizzazione dell’allocazione delle risorse”. Le segnalo il progetto europeo ATHLOS (Aging Trajectories of Health: Longitudinal Opportunities and Synergies) che ha modificato la stessa valutazione della “vecchiaia”, finanziato dal Programma di ricerca e innovazione Horizon 2020, coordinato dal dott. Josep Maria Haro (PSSJD) che comprende 14 partner provenienti da 11 Stati europei: PSSJD, Spagna; University College London (UCL), Regno Unito (UK); King’s College London (KCL), Regno Unito; Universidad Autónoma de Madrid (UAM), Spagna; Spring Techno, Germania; Internationales Institut Fuer Angewandte Systemanalyse (IIASA), Austria; Karolinska Institutet (KI), Svezia; Schweizer Paraplegiker-Forschung (SPF), Svizzera; Terveyden Ja Hyvinvoinnin Laitos (THL), Finlandia; Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta (FINCB), Italia; Uniwersytet Jagiellonski (UJ), Polonia; Università di Southampton (SOTON), Regno Unito; e Harokopio University (HUA), Grecia. Il consorzio comprende Age Platform Europe AGE, Belgio, una rete europea di circa 150 organizzazioni di e per persone di età pari o oltre i 50 anni. Il database sviluppato dal progetto europeo Athlos unisce i dati di 22 studi evidenzia la necessità di politiche di empowerment dei cittadini e l’urgenza di raccordare a livello nazionale ed europeo i programmi di gestione dell’invecchiamento attivo. Inoltre i dati di ATHLOS evidenziano che esiste un paradosso della longevità che mostra, ad esempio, una maggiore aspettativa di vita, ma con una salute peggiore, negli Stati dell'Europa meridionale.
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