Salvini lascia i "no euro". Punta sulla moneta complementare
La strategia economica del Carroccio è affidata a un'idea vecchia che sta tornando in auge e che permetterà di uscire dall'angolo dei no-euro
di Fabio Massa
Curve a gomito e passaggi stretti. Per diventare premier c'è anche questo. E Matteo Salvini lo sa, quindi - sulla questione dell'uscita dall'euro - ha cominciato a virare. I toni secchi che lo vedevano condottiero verso la ritrovata sovranità monetaria, si sono pian piano stemperati, fino ad arrivare alla diplomazia mostrata nell'ultimo Cernobbio. Tuttavia, la virata non è ancora completa. Certo, adesso è alle prese con altri tipi di discorsi, tra conti vuoti e l'ira del Senatùr. Ma - secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, la strategia economica del Carroccio è affidata a un'idea vecchia che sta tornando in auge e che permetterà, almeno mediaticamente, di uscire dall'angolo dei no-euro per tornare a criticare l'Europa senza confermarsi separatisti. Lo stratagemma è quello della moneta complementare. Come si diceva, non è un'idea nuova. E non è un'idea di Silvio Berlusconi, che pure l'ha fatta sua, recentemente. L'idea di moneta complementare è stata sviluppata in casa Lega Nord fin dai tempi di Andrea Gibelli, attuale presidente di Fnm con un passato da presidente della commissione attività produttive alla Camera e poi di vicepresidente della Regione Lombardia. Gibelli, ai tempi, studiò i vari esempi di sistemi di valute complementari già sperimentati in Europa, mettendo sotto la lente in particolare il 'Wir' svizzero e l'italiano 'Sardex'. Tanto che varò un embrione di una moneta complementare, il "lombard", poi rimasto a livello di sperimentazione. Ora, Claudio Borghi, responsabile economico della Lega Nord, rilancia l'idea di moneta complementare con i "MiniBot". Di fatto, una riedizione delle idee di Gibelli. Il Capitano, come chiamano Matteo Salvini, ancora non ha fatto cenni in questo senso. Ma da rumors dentro via Bellerio pare che la strada sia intrapresa. Anche in questo caso, non più in chiave autonomista lombarda (quindi addio "lombard"), ma in chiave sovranista italiana. Ma l'euro, anche con Salvini premier, non pare più un nemico dal quale ritirarsi.
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