Tumori infantili, Bill Niada: "Addio moda: così ho investito sul bene"
La 'magica' storia di Bill Niada, creatore di 'Magica Cleme' la fondazione rivolta a bimbi e ragazzi malati di tumore
Roberto Niada, per tutti Bill, e' nato con il virus dell'imprenditoria. A 23 anni era gia' lanciato nel mondo della moda, contribuiva allo sviluppo del prestigioso marchio Napapijri e poi, nel 1996, fondava il primo outlet in Italia.
Bill, questo tuo essere imprenditore ha avuto un momento di svolta importante?
"Non sempre progetti positivi nascono da altrettante situazioni positive. E la vita mi ha presentato uno scenario diverso. Nello stesso anno in cui ero nel vortice del business mia figlia Clementina si e' ammalata di tumore, un neuroblastoma. Per sette anni io e Emilia, la mamma, l'abbiamo portata in tanti centri di eccellenza, in Francia, a Londra, New York e anche in Italia, purtroppo inutilmente".
E da quel momento hai deciso di modificare la tua vita?
"Certamente. Mi si e' accesa una lampadina che ha concentrato tutta la mia energia imprenditoriale verso progetti a fine di bene. E' nata cosi' 'Magica Cleme', una fondazione rivolta a bimbi e ragazzi malati di tumore . Ogni fine settimana organizziamo feste , viaggi con le famiglie all'insegna del divertimento. Siamo in ottimi contatti con l'Istituto dei Tumori e con il San Gerardo (ora Istituto Maria Letizia Verga). Via mail e facebook i ragazzi si iscrivono alle varie iniziative' , gruppi da 60/70 giovani ogni volta".
E l'attivita' imprenditoriale sugli outlet?
"Non potevo perdere l'occasione di trasformare il profitto fino a se stesso di queste attivita' in un profitto di tipo solidale . E' nata cosi' la Fondazione Near ,a cui ormai dedico tutto il mio tempo, che finanzia progetti sociali, in alcuni casi in partner con aziende lungimiranti".
Qualche esempio?
"'Il giornale 'Il Bullone' e' davvero un bell'esempio. Un giornale che non da' notizie ma storie positive scritte soltanto da ragazzi in cura oncologica che diventano giornalisti. Diretti da un super professionista del Corriere della Sera come Giancarlo Perego i ragazzi fanno quello che ora si chiama 'storytelling', raccontano storie di bene divertendosi e imparando a ricercare la positività nella vita di tutti i giorni.
Un altro esempio nuovissimo e' il progetto con Max Mara che ci ha permesso di creare una ' Bi.live techno chic parka' , una giacca doublefax ( impermeabile da una parte e a fiori dall'altra ) dedicata ad una saggia wonder woman. Parte del ricavato Max Mara lo donera' alla Fondazione Near".
In conclusione tutto questo si chiama semplicemente imprenditoria. Un imprenditoria che fa sempre profitto, ma con obiettivi diversi: fare del bene e aiutare chi fa del bene. Un esempio di eccellenza tutta italiana.