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Inter, DigitalBits non paga: senza accordo si rischia di dover vendere i big

Inter, DigitalBits non paga: rischio ridimensionamento e cessioni nel calciomercato

Per il momento all’appello mancano “solo” 5 milioni. Ma nella sede dell’Inter inizia a respirarsi aria tesa. Il primo a lanciare l’allarme è stato Il Sole 24 Ore, che in un articolo ha certificato le difficoltà che la Beneamata sta incontrando nel farsi corrispondere da DigitalBits quanto dovuto per l’accordo da sponsor di manica dello scorso anno, per un ammontare complessivo di 5 milioni. Il dato è allarmante, tanto che dal sito dell’Inter è scomparso qualsiasi riferimento alla criptovaluta sviluppata da Al Burgio. Quest’ultimo, oltretutto, organizzerà domani un forum a Montecarlo, ma deve fare i conti con il crollo della valutazione della sua moneta del 96,24% rispetto ai massimi.

Il problema però è doppio, perché da quest’anno DigitalBits dovrebbe diventare il main sponsor della maglia dell’Inter, per un controvalore intorno ai 23 milioni all’anno per questa stagione e di quasi 30 per la prossima stagione. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, dunque, la preoccupazione riguarda soprattutto il futuro. Per questo sembra che la società stia valutando come venirne a capo e – in ultima istanzavalutare la possibilità di individuare nuovi sponsor. Sapendo però che la difficoltà ridurrebbe di molto il potere negoziale. Proprio nei giorni scorsi erano stati fatti i conti alla maglia dell’Inter, che vale una cinquantina di milioni tra sponsor tecnico (Nike) e partner come DigitalBits e Lenovo.

Attenzione, però: la nuova maglia è già stata presentata ed è in vendita. Nel caso si dovesse arrivare alla soluzione estrema di dover cambiare sponsor, insomma, ci sarebbe da avviare una razionalizzazione non da poco. A quanto risulta ad Affaritaliani.it, al momento manca il pagamento del precedente accordo e si inizia a temere anche per la prima “maxi-rata” che – da contratto – dovrebbe essere la fee d’ingresso per comparire sulla maglia. La cifra non è nota, ma è facile immaginare che si possa trattare di un importo tra il 30 e il 50% del complessivo, cioè tra i 7 e gli 11 milioni. Di più: se la situazione d’insolvenza dovesse proseguire, sarebbe naturale adire le vie legali. Intanto, la prima contromisura – cioè la cancellazione di DigitalBits dal sito internet – è stata presa. La seconda potrebbe arrivare già sabato a Cesena, dove l’Inter sfiderà il Lione. Appare probabile che scompaia il logo della criptovaluta anche dai led a bordo campo. Per ora dovrebbe fermarsi qui la ritorsione nerazzurra. Ma nelle prossime settimane potrebbero arrivare altre novità.

Tra l’altro, dopo la campagna acquisti che finora non ha previsto nessuna cessione – ma che costringe a 60 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno 2023 – si rischia di dover ulteriormente intervenire, prevedendo la cessione non più di uno, ma di due top player. Ha voglia Marotta a garantire che non ci saranno smobilitazioni generali. La verità è che il rischio ridimensionamento è dietro l’angolo. Anche perché il prestito monstre di OakTree da 275 milioni dovrà essere integralmente restituito entro il 2024, ovvero nei due prossimi esercizi. Il piano della famiglia Zhang – che ha investito poco più di 500 milioni dal 2016 – è di tenere l’Inter. Ma la situazione rischia di farsi molto complessa.

Infine un cenno allo stadio. Entro la fine di agosto, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, verranno definiti i progetti per la realizzazione dell’impianto. Entro metà settembre avrà luogo il dibattito pubblico che dovrebbe durare fino all’inizio di novembre. A questo seguirà la relazione del coordinatore, non vincolante, che arriverà non prima di un mese. Infine, a quanto riferiscono fonti vicine al dossier, pare assodato che il sindaco Giuseppe Sala potrebbe chiedere un passaggio in Consiglio Comunale. Questo più per un tema di opportunità che di reale necessità politica. 
 

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