Sport
"Il Milan non può giocare contro natura!". Lettera aperta a Inzaghi

SECONDA LETTERA APERTA A PIPPO INZAGHI. HA RAGIONE SERENA: "IL MILAN NON PUO' GIOCARE C O N T R O N A T U R A ! "
Di David Messina
Caro Pippo,
Aldo Serena, un centravanti di sfondamento come Te e che ha giocato nel Milan prima di te segnando 8 gol, ha rilasciato il primo Maggio una intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale diceva, tra l'altro: " Il Milan di Pippo gioca contro NATURA, non comanda mai. Nella sua natura c'è il possesso palla e il comando del gioco, questo Milan, pure quando ha fatto bene, era sempre subordinato, un gruppo che giocava d'attesa, che stava in secondo piano".
Questa lucida analisi di Serena mi ha fatto balzare in mente una prima lettera aperta che io ti ho inviato il 3 Marzo scorso, tramite questo diffusissimo quotidiano on-line "Affaritaliani" dal quale ti riscrivo oggi. In quella lettera, scrivevo, tra l'altro:
"Considerazione che ritengo molto importante: il Milan di tutti i tempi ha sempre avuto una chiara e avvincente identità tattica. Una precisa identità tattica ce l'aveva con Rocco ( ferreo catenaccio e contropiede nobilitati dal più geniale "Abatino" di tutti i tempi , Gianni Rivera ), ce l'aveva con Liedholm ( movimento continuo e possesso palla: "Finché la palla l'abbiamo noi, spiegava Nils,gli altri non possono farci male"), l'ha avuta con Sacchi ( squadra cortissima e pressing asfissiante) e ce l'ha avuta, chiarissima e plurivincente, con Ancelotti e persino con Allegri e Seedorf: 2 esterni di difesa molto offensivi ( da Zambrotta e Paolo Maldini ad Abate e
De Sciglio ), sempre proiettati lungo le fasce del campo e sempre pronti a "scodellare"( come si diceva una volta ) palloni su palloni nell'area avversaria, a beneficio di un buon colpitore di testa o di 2 punte fisse di cui una forte di testa e l'altra di piede.
Il tuo Milan di oggi, caro Pippo, quello visto all'opera l'ultima volta contro il Chievo Verona, non aveva una precisa identità tattica, trascurava la spinta propulsiva sulle fasce laterali e giocava con una punta che usa la testa solo per pensare
( e non sempre a proposito ), Menez. Il quale Menez è bravissimo nel dribling stretto, ha grande senso del gol ma non può essere lui ad esaltare e concretizzare le doti offensive del Milan, navigando sempre all'esterno dell'area avversaria.
E' vero, Menez è l'attuale capocannoniere del Milan, ha realizzato ben 12 gol! Ma a Verona è parso stanco e svogliato, comprensibilmente incapace di sfondare una difesa a riccio come quella del Chievo.
Allora Pippo, in occasione della partita che potrebbe diventare la tua ultima in caso di sconfitta o di gara senza adeguato furore agonistico, gioca d'azzardo, ripeto, nel tuo interesse e nell'interesse della squadra !
Non sarà disponibile Abate ? Scaraventa il velocissimo Cerci sulla fascia destra
( come usava ai tempi in cui indossava la maglia del Torino) e dai all'ottimo Antonelli ( molto più aggressivo e dinamico di Papà Dustin ) il compito inderogabile di catapultarsi continuativamente sulla fascia sinistra e di scaraventare al centro dell'area avversaria palloni su palloni. E lì, al centro dell'area avversaria, dovranno imperversare 2 arieti, 2 implacabili cecchini forti entrambi di piede e di testa, Pazzini e Destro.
Il Milan rischierebbe così di sbilanciarsi troppo in avanti e di prendere qualche gol in contropiede ? E' possibile ! Ma una macchina da guerra come quella che potrebbe venir fuori dai cross di Cerci e Antonelli, dai suggerimenti geniali di Bonaventura, dagli assalti di Poli e dalle bordate di Pazzini e Destro sarebbe sempre in grado di realizzare almeno un gol in più del Verona. E aggiungo di più, proprio perché apparso tanto stanco e svogliato contro il Chievo, io Menez lo farei giocare solo nella ripresa, al posto di una delle due punte per metterlo nelle condizioni di sfruttare i suoi micidiali dribling ed i suoi tiri insidiosi contro difensori veronesi ormai sfiancati o comunque logorati dai duelli diretti del primo tempo contro "panzer" forti e mobili quali Pazzini e Destro. Tutto ciò scritto, ti chiedo scusa Pippo, sottolineando che ho scritto questa lettera perché ti conosco da quando hai esordito in seria A, perché ti appezzo e ritengo che tu hai davanti a te una brillante carriera anche da allenatore. In conclusione, ho scritto encomiastiche cronache delle tue esaltanti "goleade", quando eri un diabolico centravanti della Juventus prima e del Milan dopo. Vorrei adesso poter esaltare le tue indubbie qualità di stratega della panchina, tornando a vedere all'opera un Milan con una precisa ed efficace identità tattica".
Questa lettera del 3 Marzo scorso dimostra evidentemente che, non solo condivido appieno l'analisi di Serena ma che sono più che mai convinto che il primo problema del tuo Milan è quello di rinunciare sistematicamente a "far la partita", come si dice nel gergo calcistico, ad attaccare insomma e ad osare senza paure preconcette e con l'orgogliosa determinazione di una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano, vincendo più titoli in campo europeo e mondiale. Quanti cross in area avversaria hanno fatto ad Udine Abate e De Sciglio? Manco uno! E non per loro scelta ma perché a loro non affidi più il compito di scattare sistematicamente in avanti, lungo le fasce laterali, per crossare il pallone in area avversaria. Abate e De Sciglio sono i laterali che anche la Nazionale italiana ha scelto per far volare le maglie azzurre in campo internazionale. Non puoi costringerli a far soltanto i puntelli di una difesa sempre più traballante. A questo punto, Pippo, non hai più nulla da perdere, tenta il tutto per tutto. E tentare il tutto per tutto vuol dire anche, utilizzare da titolare fisso in mezzo alle aree avversarie Pazzini affinché con la sua testa trasformi i cross di Abate o Cerci, De Sciglio o Antonelli in gol o in assist vincenti per gli inserimenti del tuo capocannoniere Menez ( 16 gol di cui 8 su rigore ), di Bonaventura e del rientrante Montolivo. Ricorda che Pazzini è stato, alla fine, anche l'uomo vincente di Allegri. Il tecnico oggi della Juve, per un intero girone d'andata non riuscì mai ad ottenere un gol nel primo tempo dal suo ultimo Milan, salvo che nelle 4 occasioni in cui si decise a schierare Pazzini fin dal primo minuto di gioco. Con Pazzini in panchina nei primi tempi, il Milan non riusci a far gol in ben 13 partite. Solo nel secondo tempo entrava Pazzini ed il Milan realizzava più gol, rimediando agli errori del primo tempo. Pensaci Pippo, pensaci bene ed osa. Facendo gol e spettacolo qualche volta si può anche perdere ma molte altre volte si vince. Ed i tifosi si divertono sempre e comunque!