Roma, Gasparri: "Pallotta si porti Ibarbo e Doumbia negli Usa con lui"
Tempi duri per i presidenti di club calcistici, specie se stranieri. Al giallorosso James Pallotta va forse un filo del nerazzurro Erick Thohir, liquidato in maniera sprezzante come "un filippino" dal vulcanico collega doriano Massimo Ferrero, ma sempre gli tocca un paragone poco lusinghiero in virtu' della sua nazionalita'. Proprio lo stesso scelto dagli ultra' che non hanno gradito la linea dura della societa' dopo il caso degli striscioni contro la madre di Ciro Esposito.
E, stavolta, da parte di un rappresentente delle istituzioni, peraltro tifoso della Roma doc. "Noi abbiamo un americano che non so neanche se e' americano... Siamo pure sfigati, non ha nemmeno un cognome americano...", dice Maurizio Gasparri da La Zanzara su Radio 24. Insomma, al timone della Roma c'e' "un americano alla Alberto Sordi", secondo il vicepresidente FI del Senato. "Pallotta? Io sono contro la violenza, lo striscione era sbagliato", riconosce Gasparri per poi ironizzare sulla nazionalita' dello stesso Pallotta. E 'america', facce Tarzan' era stato il coro dei contestatori rimasti fuori dell'Olimpico: appunto la frase simbolo di quell'Americano a Roma reso celebre sullo schermo da Alberto Sordi. E poi, prosegue Gasparri, "Pallotta non viene mai, non c'e' mai, ha litigato con i tifosi ma allo stadio non c'e' mai. E' un presidente assente, se fosse piu' presente i comportamenti dei tifosi sarebbero diversi".
"Non tutti i tifosi della curva - dice ancora Gasparri - sono 'idiots' come ha detto lui. Se venisse allo stadio ogni tanto capirebbe chi ha messo lo striscione e li allontana. Invece abbiamo un presidente in contumacia. Uno che ha comprato Ibarbo e Doumbia: se li riporti in America con lui".