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Zaccheroni: "Macché comunista. Ecco perchè ci fu la rottura con Berlusconi"

Zaccheroni svela le ragioni che lo mandarono in crisi il rapporto con Berlusconi sino all'esonero del Milan
“La politica non c’entra. Un giornalista disse che ero comunista perché aveva sentito che una mia parente lo era. Un dirigente del Milan mi consigliò di fare un comunicato di smentita, però non lo feci". Alberto Zaccheroni racconta la sua avventura da allenatore rossonero e le ragioni che portarono al grande freddo con Silvio Berlusconi sino all'esonero finale.
"Ero arrivato al Milan come allenatore e non come politico - spiega a “Futbol” su La7 - Berlusconi aveva detto sempre che la Lazio avrebbe vinto quello Scudetto e quando gli chiesero perché il Milan aveva vinto, rispose che era merito suo che mi aveva suggerito di schierare Boban. Era vero che lui amava Zvonimir, che però aveva sempre giocato quarto centrocampista a sinistra. Io il giorno dopo smentii quelle parole e lì qualcosa si ruppe tra noi”.
Zaccheroni vinse lo scudetto al primo anno con il Milan (1998/1999), chiuse al terzo posto la seconda stagione (qualificandosi per la Champions League) e venne esonerato l'anno successivo (marzo 2001, al suo posto Cesare Maldini e Tassotti come traghettatori) dopo essere stato eliminato dal Deportivo La Coruna in Europa (1-1 a San Siro e niente qualificazione ai quarti).