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Politica
Elezioni 2018, nello spot di PaP spunta un'arma degli "Anni di Piombo"?

"Hazet 36 - Fascista dove sei". Così questo slogan risuonava negli anni Settanta nei cortei degli antifascisti militanti, o scritto sui muri con la vernice rossa. L'Hazet 36, 40 centimetri di lunghezza, scrive Luca Telese in Cuori neri, è "una delle più pesanti chiavi inglesi che l'ampio spettro dell'attrezzatura industriale metta a disposizione per chi vuole armarsi senza bisogno di esibire porto d'armi". All'epoca gli autori degli assalti con le chiavi inglesi, esponenti legati all'antifascismo militante e in particolar modo ad Avanguardia Operaia, non per niente, li chiamavano "gli idraulici".

Scrive ancora Telese nel suo saggio: "Tutte le aggressioni seguono una prassi, un protocollo, addirittura una sorta di 'rituale sacrificale' di guerriglia urbana; la vittima viene raggiunta quando è isolata, circondata in gruppo, colpita con le Hazet fino a che non perde conoscenza".

Peter Walker, Carlo Viaggiano, Danilo Sicovich, Carlo Piancstelli, Sergio Fruttoli, Giuseppe Costanzo, Benito Bollati, sono alcuni dei nomi dei ragazzi sprangati dagli "idraulici" con le Hazet 36, tutti finiti in ospedale in prgnosi riservata, alcuni in coma, alcuni morti in seguito ai postumi delle aggressioni, come Sergio Ramelli, fiduciario del Fronte della Gioventù, aggredito e colpito ripetutamente in testa con le chiavi inglesi da un gruppo di militanti legati ad Avanguardia Operaia il 13 marzo 1975.

Il diciannovenne Ramelli morirà 48 giorni dopo l'aggressione, il 29 aprile 1975, dopo aver alternato momenti di lucidità al coma e diverrà uno dei tragici simboli della lotta armata degli anni Settanta, come i tre ragazzi assassinati il 7 gennaio 1978 ad Acca Larentia, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni

Un richiamo alla chiave inglese simbolo degli "Idraulici" degli anni Settanta e degli assassini di Ramelli ricompare in campagna elettorale nel 2018 nello spot di Potere al Popolo, in bella mostra in alto a destra in una libreria. Di spalle, Viola Carofalo, portavoce di PaP, risponde a domande di una sorta di commissione d'esame e illustra il programma della formazione di Sinistra. Ma lo sguardo dello spettatore non può non cadere su quella chiave inglese apparentemente fuori contesto in una libreria, ma che - conoscendone il significato e la storia - acquista un significato del tutto inquietante, specie in questi giorni di aggressioni a militanti di CasaPound e, in generale, di militanti di destra. 

Ad accorgersene per primo in un post su facebook, lo storico e divulgatore  Emanuele Mastrangelo, che dichiara: "Mi auguro che quella strana chiave inglese esposta in libreria non sia un riferimento all'Hazet 36, perché - di tanti simboli lasciati in eredità dal Comunismo - avrebbero così deciso di scegliere quello più truce, il simbolo della vigliaccheria piccolo-borghese dei picchiatori figli di papà con la villa a Fregene, che negli anni Settanta credevano di fare la rivoluzione ammazzando di botte un ragazzino di diciotto anni". E chiude: "Sarebbe lecito aspettarsi spiegazioni dagli esponenti di Potere al Popolo".

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