Affari Europei
Elezioni Francia, Macron stravince. Bruxelles brinda
Alle elezioni francesi La Repubblique en marche stravince. Macron con una maggioranza assoluta in parlamento. Ottime notizie per Bruxelles
Emmanuel Macron é riuscito nell'impresa che tutti pensavano impossibile. Creare un partito dal nulla e nel giro di una manciata di mesi vincere le presidenziali e con il voto di domenica assicurarsi anche la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale. Meglio di così non poteva andare per l'ex ministro dell'Economia del governo Hollande che, dopo aver seppellito i compagni del Partito socialista, é riuscito nell'impresa di conquistare il centro del panorama politico nazionale, marginalizzando non solo il Ps, ma anche i Repubblicani. Insomma, una alternativa accettabile per l'elettorato moderato, stanco di votare i 'soliti partiti' ma che non guarda di buon grado neppure ai toni sguaiati della destra lepenista.
La Francia torna alla guida dell'Europa
Due anni fa gli analisti erano certi che questo sarebbe stato il periodo dell'euroscetticismo. Torto non avevano, ma le elezioni in Francia (e il voto in Gran Bretagna) rivelano che c'é molto altro. Emmanuel Macron era il candidato più europeista di quelli che si sono presentati alle elezioni presidenziali. Lo aveva sempre detto: il posto della Francia é in Europa, al fianco della Germania. Già, con Macron Parigi vuole tornare ad essere la locomotiva (politica) dell'Europa, affianco a quella economica (tedesca).
Per Bruxelles non poteva andare meglio
Anche se con una economia acciaccata, la Francia é il cuore dell'Europa e con Macron Parigi si schiera fervidamente a fianco di chi vuole intraprendere un cammino di maggiore integrazione politica ed economica. In autunno si vota in Germania, ma analisti e sondaggisti sono sicuri che, dopo un primo innamoramento per Martin Schulz, gli elettori continueranno a votare Angela Merkel. E allora con anche la Germania al sicuro dalle sirene euroscettiche a Bruxelles possono tirare un sospiro di sollievo.
Pesa il voto in Gran Bretagna
A Bruxelles brindano non solo al successo di Macron, ma anche al flop di Theresa May. Certo, alcuni pensano che un governo traballante, che si regge sugli ultra-nazionalisti nord-irlandesi, difficilmente potrà portare avanti una trattativa costruttiva. Il rischio é che non si arrivi a nessun accordo e che la Brexit si attui semplicemente troncando di netto ogni legame tra le due sponde della Mania. Ma ahimè, dicono a Bruxelles, questo scenario é di gran lunga migliore dell'altro: una May che avesse stravinto le elezioni sarebbe stata difficile da piegare nelle trattative di divorzio.
Per l'Italia cambia poco con Macron al potere
Ma per l'Italia cosa cambia con un Macron forte all'Eliseo e all'Assemblea Nazionale? Purtroppo poco o nulla. Alcuni credevano che il fondatore di En Marche!, provenendo dal partito socialista e appartenendo ad un Paese in crisi, avrebbe puntellato le richieste di meno austerity a Bruxelles. Ma la verità é che Macron ha una strategia tutta sua (neoliberista la definiscono in molti) che mette al primo posto gli interessi della Francia, poi il rapporto con la Germania, e solo alla fine le buone relazioni con Roma. Dalla vicenda dei cantieri Stx Gentiloni ha capito che Macron non ha intenzione di modificare la linea del 'prima francese' cara a tutti i presidenti dall'epoca di De Gaulle. E al vertice di Taormina ha anche capito che sul dossier austerity Macron offre scarse sponde.