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Affari Europei
Europee, Morgano: bene lo Spitzenkandidaten. Peccato per le 'liste europee'

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Mentre l'Italia si appresta a votare per rinnovare il Parlamento, a Strasburgo si guarda già alle elezioni europee del 2019. E alla Brexit. Già, perché con l'uscita del Regno Unito l'Eurocamera dovrà dimagrire. Sono 73 i deputati attribuiti a Londra che non saranno più eletti nel maggio del 2019. E così l'Aula di Strasburgo, riunita in seduta Plenaria, ha votato un provvedimento per ridurre il numero dei parlamentari. O meglio. Dei 73 seggi da eliminare 27 saranno redistribuiti a Paesi oggi sottorappresentati (3 andranno all'Italia). Mentre i restanti verranno tenuti 'di riserva' nel caso in cui altri Stati oggi non facenti parte dell'Unione dovessero entrare nella casa comune europea.

“L’aumento del numero di eurodeputati italiani a partire dalla prossima legislatura, e in generale la correzione del peso relativo dei vari Paesi, era un passo necessario, quasi tecnico", spiega ad Affaritaliani.it Luigi Morgano, eurodeputato del Partito democratico. "Ma la cosa più interessante é stata la votazione sui Spitzenkandidaten".

Di che cosa si tratta?

"Abbiamo votato in Aula perché il nuovo presidente della Commissione sia presentato prima del voto con una chiara indicazione del partito europeo (popolare, socialista, verde, etc, ndr) che lo sostiene. In questo modo i cittadini possano votarlo, anche se indirettamente, attraverso il supporto alle famiglie politiche che lo supportano"

Perché é un passo importante?

"Perché questo investe il presidente della Commissione, che é un organo tecnico, di una investitura popolare. E ribadisce la centralitá del Parlamento europeo".

Prima come avveniva la scelta del presidente della Commissione?

"Il presidente veniva deciso dai governi degli Stati membri. Con l'elezione di Juncker le cose sono cambaite, visto che é stato presentato come 'candidato di punta' dei popolari già prima del voto. Noi abbiamo voluto riaffermare la centralità del Parlamento e sottolineare la necessità che ci sia un collegamento diretto tra il voto degli europei e l'elezione del presidente".

Il Parlamento ha bocciato le liste transnazionali, la possibilità cioè che una quota di eurodeputati fosse eletta non all'interno dei singoli Stati, ma a livello europeo. Come valuta questa bocciatura?

"La destra parlamentare ha votato contro gli ideali europei che dice di sostenere, affossando la proposta dei federalisti e del Partito democratico di creare una circoscrizione europea, aggiuntiva a quelle nazionali. Una riforma che avrebbe permesso così ai cittadini di votare sia per liste di candidati nazionali, sia per liste di candidati dei partiti europei”.

Nulla di nuovo quindi nel voto del prossimo anno?

“I cittadini europei si troveranno, nel 2019, ancora di fronte alla somma dei 27 dibattiti nazionali interni. Non sarebbe stato più opportuno che tutti i cittadini fossero più direttamente chiamati a discutere del proprio futuro, dando poi la propria indicazione?”.

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