Affari Europei
Glifosate, La Via: “Tutelata la salute dei consumatori”
L'intervista a Giovanni La Via, eurodeputato del Nuovo Centrodestra e presidente della Commissione per la sicurezza alimentare

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Onorevole La Via, oggi il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea di prorogare di sette anni l'autorizzazione del glifosate, un erbicida ampiamente diffuso in agricoltura. Come valuta questa decisione?
“Mi sembra un buon risultato che tutela la salute dei consumatori, ma allo stesso tempo non priva il lavoro degli agricoltori di uno strumento importante”.
La proroga ridotta, da 15 a 5 anni, si basa sulla sua possibile cancerogenicità. Il glifosate é pericoloso?
“C'é effettivamente una incertezza sulla cancerogenicità del glifosate. L'Iarc (International agency for research on cancer, ndr) parla di prodotto 'probabilmente cancerogeno' e lo inserisce in una lista in cui però é presente anche la carne rossa e le patatine fritte. Inoltre non ci sono evidenze scientifiche che l'eventuale pericolosità derivi dalla molecola del glifosate oppure dagli altri coformulanti”.
Nel dubbio non sarebbe stato meglio bandirlo?
“Per un principio di precauzione alcuni avrebbe voluto la sospensione dell'autorizzazione. Ma questo avrebbe creato gravi danni agli agricoltori”.
Da canto suo l'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, ha dichiarato che la molecola é 'probabilmente non cancerogena'. Perché dunque concedere un rinnovo limitato nel tempo al glifosate?
“L'Efsa ha compiuto delle indagini indirette riprendendo studi già condotti da altri. Ora chiediamo di eseguire degli studi ad hoc che, secondo l'Autorità europea richiederanno almeno cinque anni di lavoro. É per questo che abbiamo chiesto alla Commissione di rinnovare l'autorizzazione fino ad un massimo di sette anni”.
Analisi su alcuni prodotti alimentari, come la birra in Germania, hanno rivelato tracce di glifosate...
“Su qualunque prodotto proveniente da agricoltura tradizionale noi troveremo tracce di agrofarmaci o erbicidi. Ma sono in soglie talmente basse da non rappresentare un pericolo per la salute umana. Si dovrebbero bere mille litri di birra al giorno perché i residui di glifosate siano tossici”.
Quello che preoccupa é l'effetto sistemico. Ogni giorno assumiamo tante piccole quantità di prodotti chimici provenienti da fonti differenti che si accumulano nel nostro organismo facendoci ammalare. Non c'é questo rischio?
“E' una ipotesi empiricamente smentita. La nostre aspettative di vita sono in continuo aumento anche perché abbiamo una alimentazione più sicura”.
Alcuni chiedono che sia il modello di agricoltura europea ad essere rivisto, andando verso un minore uso della chimica in campo. Che cosa ne pensa?
“Noi possiamo avere un modello di agricoltura intensiva che prevede trattamenti chimici a calendario, in cui vengono utilizzati dei prodotti a prescindere dalle reali necessità. Ma possiamo avere anche una agricoltura integrata che solo se é necessario interviene con prodotti di sintesi. Questo é il modello che noi vogliamo e che ci permette di essere competitivi”.
Nel biologico non si fa uso di mezzi tecnici che provengono dalla chimica di sintesi. Non sarebbe meglio andare verso questa direzione?
“Il nostro mercato offre una gamma di prodotti differenziati. Chi vuole prezzi bassi dovrà accettare l'utilizzo di prodotti chimici. Chi invece vuole prodotti senza tracce di agrofarmaci o erbicidi pagherà di più e avrà a disposizione ciò che vuole”.