Affari Europei
Le Pen, Sarkozy, Salvini, Tsipras... Ue, si allarga il fronte pro Putin
La visita in Crimea di 10 parlamentari vicini a Sarkozy è solo l'ultimo esempio. Da Marine Le Pen a Matteo Salvini fino a Tsipras, Cipro e le imprese di mezza Europa: in Ue l'area pro Putin e contro le sanzioni alla Russia è in continua espansione. Legami più o meno chiari, più o meno diretti, più o meno interessati. O semplicemente un interesse concreto per la rimozione delle sanzioni che stanno dissanguando tanti imprenditori anche italiani. Ma sta di fatto che l'ombra di Putin si fa sempre più ingombrante all'interno dell'Ue.
L'ultimo caso, come detto, è quello dei dieci parlamentari francesi, la maggior parte dei quali membri del partito guidato da Nicolas Sarkozy, che si sono recati in visita in Crimea, la Regione ucraina annessa alla Russia dopo gli scontri dello scorso anno. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha duramente attaccato la visita dei dieci parlamentari, sottolineando che la "Crimea è stata annessa alla Russia in violazione delle leggi internazionali". La stessa Ucraina si è lamentata ufficialmente dell'accaduto, affermando di essersi sentita venire "mancare di rispetto".
In realtà non è certo una sorpresa che l'area legata a Sarkozy si sia resa protagonista di una tale iniziativa. D'altra parte, qualche mese fa lo stesso ex inquilino dell'Eliseo (e chissà, forse anche futuro) aveva dichiarato che "non si può biasimare la Crimea per aver voluto l'annessione con Mosca". Sarkozy e Putin, d'altronde, sono stati più volte fotografati insieme sorridenti in passato. Ma Sarkozy non è certo l'unico politico francese in rapporti con l'uomo più odiato da Bruxelles e da Washington. Marine Le Pen ha più volte fatto visita a Mosca, e il suo ultimo viaggio di qualche mese fa è avvolto nel mistero visto che si era trattato di un vero e proprio blitz non annunciato e dal programma oscuro. Secondo varie fonti, il partito di Madame Le Pen riceve dalla Duma dei finanziamenti, il che spiegherebbe l'attrazione fatale tra Marine e Vladimir.
Senza andare a scomodare i vecchi amici come Silvio Berlusconi, Putin può contare su un lungo elenco di simpatizzanti in Europa, quasi sempre facenti parte delle schiere populiste o estremiste (ma non solo). In Italia c'è il leader della Lega Nord Matteo Salvini che non ha perso occasione per lodare il presidente russo. Salvini ha persino definito Putin "il più in gamba della Terra" ed è andato più volte a visitarlo in Russia.
In Gran Bretagna un sostegno incondizionato a Putin arriva da Nigel Farage, che ha più volte ammesso che il presidente russo è "il politico" che ammira di più. Ma il sostegno a Putin arriva anche da figure molto più centriste come Milos Zeman, presidente della Repubblica Ceca che ha chiesto a più riprese la cancellazione delle sanzioni alla Russia. Stessa richiesta avanzata anche dalle imprese di mezza Europa, comprese quelle italiane. C'è dunque anche una forte motivazione economica dietro la richiesta di azzeramento delle sanzioni, anche se sembra proprio che su questo tema Bruxelles non ci senta e anzi il nostro Matteo Renzi le ha definite la nostra "stella polare" nonostante le stime parlino di 100 miliardi di euro bruciati e 2 milioni di posti di lavoro persi proprio a causa delle sanzioni.
Putin sta cercando di insinuarsi tra le pieghe di un'Europa ferita, spesso divisa, come nel caso della Grecia. Il caso del gasdotto e le promesse di aiuti ad Atene non hanno lasciato insensibili né il premier Alexis Tsipras né soprattutto il popolo greco, attirato dalle promesse di Mosca che si è lasciata andare a una retorica storico culturale tesa a far sentire la propria vicinanza. Il piano di Putin è quello di realizzare il grande e finora inespresso sogno della Russia: arrivare al Mediterraneo. La crisi greca può essere utilizzata in questo senso ma c'è anche un altro ventre molle che è stato sfruttato. Si tratta di Cipro, dove Putin negli scorsi mesi ha chiuso un accordo per una base militare sull'isola. Un progetto che allarma gli Stati Uniti e ora costringe Bruxelles alla rincorsa, dopo tante sottovalutazioni geopolitiche.