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Affari Europei
Manovra bocciata dall'Ue?Le possibili sanzioni e i (pochi) rischi per l'Italia

COMMISSIONE UE CONTRO LA MANOVRA DELL'ITALIA: "DEVIAZIONE GRAVE E SENZA PRECEDENTI"

La manovra presentata dall'Italia indica un "inadempimento particolarmente grave rispetto agli obblighi di politica di bilancio previsti dal Patto di Stabilita' e Crescita", la dimensione della deviazione con un un divario di circa l'1,5% del Pil, rappresenta un fatto "senza precedenti nella storia del Patto". La lettera della Commissione europea all'Italia con cui l'esecutivo Ue chiede chiarimenti al governo sul bilancio del 2019 non lascia spazio a interpretazioni: l'Italia rischia una procedura per violazione della regola del debito. 

MANOVRA, LE POSSIBILI SANZIONI DELL'UE E IL PRECEDENTE DI FRANCIA E GERMANIA

Da giorni, forse perfino da settimane, c'è chi paventa l'ipotesi di sanzioni da parte di Bruxelles. Sanzioni che vengono dipinte come un mostro a nove teste. Ma è davvero così? RIcordiamoci che siamo ancora alla prima fase, quella delle osservazioni. Se anche il governo non dovesse accogliere le critiche e gli aggiustamenti richiesti dall'Ue le sanzioni non sarebbero automatiche. Bisognerebbe infatti ancora arrivare a un'ipotetica bocciatura della manovra. Ma anche allora le sanzioni non sarebbero automatiche. Ipoteticamente in quel momento potrebbe aprirsi una procedura d'infrazione per mancato rispetto della regola del debito. La possibilità più concreta, se davvero l'Europa decidesse di compiere questo passo, sarebbe che ciò possa avvenire nella primavera 2019 e non già a novembre. Solo allora Bruxelles chiederebbe il rientro dal disavanzo eccessivo stabilendo anche dei precisi paletti temporali. Solo alla fine di questo percorso, che potrebbe anche durare per un paio d'anni, l'Italia rischierebbe eventuali sanzioni in caso di mancato rientro. 

MANOVRA, CHE COSA RISCHIA DAVVERO L'ITALIA

Certamente una bocciatura ufficiale della manovra e l'apertura di una procedura d'infrazione avrebbero effetti molto negativi sui mercati. Ma sul piano concreto l'Italia rischia poco sotto il piano delle sanzioni. Ricordiamoci che nel 2003, quando Francia e Germania hanno violato il limite del 3 per cento, quindi andando ben oltre il 2,4% italiano, avevano ottenuto la sospensione delle sanzioni. Un precedente che evidentemente rassicura il governo, anche perché le sanzioni dell'Ue finora non sono mai stati applicate. La clava vera da temere si chiama spread.

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