Nobel per la Pace, affronto a Trump? Favoriti Mogherini, l'iraniano Zarif e...

Nobel per la Pace, il negoziatore iraniano sul nucleare Zarif tra i favoriti

I principali artefici dell'accordo sul nucleare iraniano del 2015, definito come la peggiore intesa mai fatta dal presidente americano Donald Trump, sarebbero tra i favoriti per il premio Nobel per la Pace di quest'anno. Secondo Henrik Urdal, direttore dell'Istituto ricerca per la PACE di Oslo, tra i candidati più papabili per il premio, che sarà annunciato venerdì alle 11, ci sono l'Alto rappresentante dell'Unione Europea, Federica Mogherini, il ministro degli Esteri dell'Iran, Javad Zarif. "Sono i migliori candidati perché hanno guidato il processo che si è concluso con l'allentamento delle sanzioni contro Teheran in cambio delle restrizioni nucleari", ha detto Urdal, aggiungendo che "la minaccia dell'uso della forza nucleare è più reale di quanto non sia stata in passato, ora che anche la Corea del Nord è in gioco".

Tra i favoriti anche Federica Mogherini e John Ker

"È importante sostenere iniziative che impediscano lo sviluppo e la proliferazione delle armi nucleari". Lasciare John Kerry fuori, non vuole essere una critica del ruolo dell'ex segretario di Stato statunitense nell'accordo, ha detto il direttore dell'istituto, ma potrebbe essere un modo per mostrare a Trump - che entro il 15 ottobre dovrà certificare che Teheran sta rispettando l'intesa e dire se gli Usa continueranno o meno a seguirla - che l'accordo ha ampio sostegno internazionale.

In corsa anche Grandi (Unhcr), il Papa e la Merkel

Al secondo e terzo posto, tra i favoriti, ci sono l'Unhcr e l'Alto commissario Filippo Grandi, per la gestione del numero record di sfollati a livello globale e le crisi che vanno dalla Siria, all'Afghanistan, fino ai Rohingya in Myanmar, e il giornale turco Cumhuriyet, con il suo ex caporedattore Can Dundar, che simboleggiano la repressione del presidente Recep Tayyip Erdogan sulla libertà di stampa. Le nomination, che comprendono oltre 200 nomi ogni anno, sono aperte a universitari, politici e organizzazioni non governative di tutto il mondo. Tra i candidati c'è anche il presidente americano Donald Trump. Il suo predecessore, Barack Obama, ha vinto il premio durante il suo primo anno in carica nel 2009, ma le probabilità del tycoon sono date 101 a 1 dalla società di bookmakers William Hill Plc. Nella lista dell'Istituto di ricerca per la Pace di Oslo ci sono anche i caschi bianchi, formalmente chiamati la difesa civile siriana, e il suo leader Raed al Saleh, per i suoi sforzi nell'aiutare i civili nel paese in guerra. Altri nomi comprendono Papa Francesco, seguito dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dalla Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale, dal blogger saudita Raif Badawi, dalla talpa dell'Nsa Edward Snowden e dal giornale russo indipendente Novaya Gazeta.