Affari Europei
Orban, Ppe spaccato alle europee. Si apre una breccia per i sovranisti

Il compromesso su Orban dimostra che il Ppe è diviso al suo interno e arriva spaccato alle elezioni europee. Una situazione che può avvantaggiare i sovranisti
Compromesso su Orban, il Ppe spaccato alle europee
Una sospensione 'concordata'. Viktor Orban resta nel Ppe e negozia con i vertici popolari una sorta di tregua che consente a tutti di superare lo scoglio delle elezioni europee senza spaccature evidenti. Un compromesso, insomma. Che non scioglie le ambiguità del Ppe. Anzi, le amplifica. Il Ppe si è nettamente diviso tra componenti del gruppo di Visegrad e dell'Europa orientale, a favore di Orban, e quelli del Nord Europa, nettamente contrari al leader ungherese e a favore dell'espulsione. In mezzo gli altri, soprattutto tedeschi, spagnoli e francesi alla ricerca di una soluzione di compromesso.
Ppe spaccato alle europee, un vantaggio per i sovranisti
Il compromesso raggiunto a Bruxelles consente a Fidesz di restare all'interno del Ppe e ai vertici del Partito Popolare di evitare uno strappo che a pochi mesi dalle elezioni sarebbe tatticamente perdente. Ma nonostante il compromesso il Ppe resta lacerato e lacerato arriverà all'appuntamento delle europee, con possibili conseguenze sul piano strategico, con una breccia che si è aperta per i sovranisti. Non a caso Salvini ha subito rilasciato dichiarazioni a favore del leader ungherese. "Sospensione assurda, lui difende i diritti, il benessere, il lavoro e la sicurezza del suo popolo. Gli ho rinnovato la stima e l'amicizia, per lui e per gli ungheresi, da parte mia". Cosi' Matteo Salvini commenta la sospensione del partito di Viktor Orban, Fidesz, dal Partito popolare europeo.