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Affari Europei
Spagna, Sanchez non getta ancora la spugna. Chiede nuovi negoziati a Podemos

Spagna: Sanchez vuole nuovi negoziati, Re riceve presidente Camera

All'indomani della bocciatura in Parlamento della sua investitura a premier, il leader dei socialisti Pedro Sanchez ha espresso l'intenzione di non gettare la spugna ma di continuare a "cercare accordi tra Partito Popolare, Ciudadanos e Podemos" per sbloccare la situazione e arrivare a un governo di coalizione da mettere di nuovo alla prova della fiducia. Intanto, il re Felipe VI ha ricevuto la presidente della Camera bassa, Meritxell Batet, prima di decidere se aprire una nuova tornata di consultazioni politiche o dare più tempo ai partiti per colloqui.

Le alternative davanti alla Spagna: accordo entro settembre o nuove elezioni a novembre

In caso di nuova bocciatura, si va automaticamente a elezioni il 10 novembre. Uno scenario da incubo che il leader del Psoe - uscito vincitore dalle legislative del 28 aprile scorso ma senza una maggioranza chiara per governare - ha cercato di evitare fino all'ultimo con intensi negoziati, che però sono naufragati sulla suddivisione dei ministri. I colloqui, partiti in salita in un clima di sfiducia reciproca, sono stati segnati negli ultimi giorni da ultimatum reciproche e fughe di notizie. La settimana scorsa Iglesias ha annunciato che rinunciava a far parte del governo, in cambio di ministri di peso e non semplicemente "decorativi"; nel mirino, in particolare il dicastero del Lavoro. Proprio su questo si è appuntata la proposta in extremis presentata dal leader di Podemos durante l'ultimo intervento in aula prima del voto: la rinuncia al ministero del Lavoro in cambio delle competenze sulle politiche attive per l'impiego. Ma non c'è stato nulla da fare.

Il nodo delle trattative tra Sanchez e Podemos

"Aspiro a guidare un governo, ma non a qualunque costo né un governo qualsiasi", ha sottolineato Sanchez nel suo discorso in Parlamento, una volta capito che non avrebbe avuto i voti necessari a fronte dell'annunciata astensione di Podemos. "Lei continua a non capire che abbiamo bisogno di un governo coerente e coeso, non di due governi in uno", ha aggiunto, accusando Iglesias di voler prendere "il controllo" dell'esecutivo e per questo di essere più interessato alle poltrone che al contenuto. "Non sono mai stati problemi sul programma a impedire l'accordo, il problema erano i ministri", ha denunciato con forza in aula. Ugualmente dura la risposta di Iglesias, convinto che "sia difficile negoziare in 48 ore quello che non avete voluto negoziare in 80 giorni: "Faccia quello che non e' stato in grado di fare per tre lunghi mesi: negoziare un governo con rispetto per il partner".

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