Vertice Cina-Ue. Atene spaventa Pechino, ma 'nessun aiuto' - Affaritaliani.it

Affari Europei

Vertice Cina-Ue. Atene spaventa Pechino, ma 'nessun aiuto'

La Cina non vuole una crisi nel cuore dell'Europa ed e' spaventata dal possibile default della Grecia. Ma Pechino al momento non ha intenzione di offrire aiuti finanziari ad Atene. Ne sono convinti Michele Geraci, direttore del China Economic Research Program presso la Nottingham University Business School China e direttore del Global Policy Institute China, e Alberto Forchielli presidente di Osservatorio Asia.

Pechino ieri ha chiesto che i negoziati tra Atene e i suoi creditori continuino dopo il mancato pagamento della Grecia al Fmi. "Ci auguriamo - ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino - che i principali creditori mantengano aperti i colloqui con la Grecia e cerchino di raggiungere un accordo nel modo piu' veloce possibile per risolvere questa crisi". La posizione di Pechino non e' nuova, con Atene che rappresenta per il Gigante asiatico la porta d'ingresso per la distribuzione dei prodotti cinesi in Europa e Africa. Questa settimana lo stesso premier Li Keqiang, in visita a Bruxelles, ha fatto sapere che oltre Muraglia nessuno vuole assistere a una Grexit ed ha assicurato che Pechino continuera' ad acquistare debito europeo.

"Le dichiarazioni del premier Li Keqiang a Bruxelles a sostegno della Grecia, sono frasi di circostanza", spiega Geraci. "Il mancato, presunto, accordo tra Grecia e Europa si potra' protrarre nel tempo. Ma e' chiaro, a mio avviso, che la Grecia e' fallita nel 2001, quando e' entrata nell'euro. Non perche' abbia fatto i conti falsi, ma perche' si e' accodata a un carro la cui velocita' era piu' forte di quella che Atene fosse in grado di sostenere".

Alla Cina la partita greca interessa molto e un eventuale grexit terrorizza Pechino. "La Grecia puo' rappresentare il punto di arrivo della nuova via della seta. La Cina e' gia' presente con investimenti nel porto del Pireo", continua Geraci, che aggiunge: "Molte sono le societa' presenti nel paese e non pochi i potenziali investitori che al momento sono al palo in attesa di capire l'evoluzione della crisi. Di sicuro la Cina non sarà oggi disponibile a dare soldi per aiutare la Grecia a risollevarsi. Pechino si aspetta che le cose peggiorino...".

Per l'economista, quindi, le dichiarazioni ufficiali cinesi sono frasi di circostanza in attesa che la Grecia compia passi di uscita dall'Europa. "Anche se domenica ci fosse un risultato diverso dal referendum e la Germania decidesse di aiutare Atene, si tratterebbe di allungare la vita a un moribondo come e' stato gia' fatto in passato nei due casi di bailout precedenti". Quindi nessun ruolo costruttivo per Pechino? "La Cina dara' soldi alla Grecia quando la frittata sara' fatta e andra' a raccogliere i cocci. Arriveranno altre aziende cinesi, come Cosco nel Pireo, interessate a investire su aeroporti e autostrade che possano collegare per esempio il porto ai Balcani, come China Pacific Construction", scommette Geraci.

La Cina ha piu' di un interesse in Grecia. Lo scorso febbraio il premier greco, Alexis Tsipras, ha ribadito l'importanza del suo Paese come porta d'accesso al mercato europeo per la Cina, mentre era a bordo della nave della Marina cinese che in quei giorni e' al porto del Pireo per una missione cominciata lunedi' scorso. "Diamo una speciale importanza agli esistenti investimenti cinesi in Grecia, incluse le importanti attivita' di Cosco nel porto del Pireo", ha dichiarato il primo ministro di Atene. Negli stessi giorni il premier Li Keqiang ha fatto pressioni su Tsipras per assicurare la tutela dei diritti delle societa' cinesi e appoggiare progetti nel porto. Cosco, il piu' importante gruppo di spedizioni marittime cinese, e' nella shortlist di uno schema di privatizzazioni del porto del Pireo, assieme ad altri quattro gruppi, per aggiudicarsi una quota di maggioranza del 67% dello scalo marittimo greco.

L'espansione del porto siglata il 27 giugno del 2013 prevede un investimento da parte del gruppo cinese di 224 milioni di euro. L'interesse di Cosco non si ferma solo al settore dei porti: Wei Jiafu, a capo di Cosco, aveva dichiarato in quell'occasione, come scriveva il giornale greco Ekathimerini, che Cosco era pronto a compiere il passo di investitore strategico nel porto del Pireo a investitore strategico nel Paese, esprimendo l'interesse del gruppo anche per altre strutture presenti sul suolo greco. Anche i giganti delle telecomunicazioni cinesi hanno iniziato a guardare verso Atene. L'anno scorso Zte Corporation (Zhongxing Telecommunication Equipment Corporation) ha ottenuto una prelazione sull'uso del Pireo come base logistica per il commercio in Europa. Quest'anno - secondo rumors - e' il colosso Huawei a cercare un modo per penetrare il mercato greco.