Halle Berry rompe l'ultimo tabù. E spiazza i moralisti del "boschetto"

Il politicamente corretto ci ha resi meno liberi. L'analisi

di Maurizio De Caro
Il buono, il brutto e il cattivo

L’argomento è diventato scivoloso, un piano inclinato verso una volgarità non voluta...


Il boschetto.

Finalmente abbiamo sdoganato anche l’ultimo tabù, anche se l’attrice non è un carattere, un metodo ma soprattutto un esempio, siamo liberi di mostrarci, di esibire, di provocare oppure la finta liberazione sessuale ci ha costretti ad un’autocensura di ritorno?

Quale è il limite della decenza, del pudore, dell’ostentazione dei corpi?

La nostra epoca ci ha relegati a convivere tra l’esposizione sistematica di sessi, di organi nella bellezza e nella bruttezza, fino al limite, fin dall’”Origine del mondo” di Courbet, e probabilmente non riusciamo a guardare alcuni punti del corpo con quel distacco che la maturità dovrebbe produrre.

Cosa ci ha fatto vedere esattamente Halle Berry? Un boschetto che copre la parte più intima, segreta di una donna o soltanto ha manifestato un’esuberanza corporale espressione di una libertà non consentita, come di fatto anche questo passaggio sul Red Carpet ha una valenza femminista.

L’argomento è diventato scivoloso, un piano inclinato verso una volgarità non voluta, un’oppressione del corpo fuori luogo e molto indietro nel tempo, perché Halle ci ha fatto vedere qualcosa che liberamente voleva farci vedere (non si dica che è stato un incidente), e dall’espressione sorridente non c’era nessuna malizia, soltanto una naturalità fisica che non riusciamo più  ad analizzare con distacco.

”Mala tempora currunt” se gli esseri umani non riescono neppure ad apprezzare bellezza o bruttezza fisica, estetica, antropologica o ad esprimere una “Critica del Giudizio”, con buona pace di Kant, e noi spettatori involontari (voyeur?) come ci siamo ridotti se il boschetto, ”quel boschetto” dopo secoli di emancipazione maschile e/o femminile continua a farci paura.

Il politicamente corretto ci ha resi più eleganti ma sicuramente meno liberi perché eliminare le pulsioni, innocenti o pericolose, finisce per inibire ogni parvenza di desiderio.



 

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