Caivano, la camorra in Comune: 18 misure cautelari. Arrestato il capo clan

A Caivano sei imprenditori sono finiti ai domiciliari per corruzione. Dipendenti del Comune usati come intermediari per ottenere appalti pubblici

di Redazione
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Cronache

Caivano, blitz anti Camorra: tra le persone arrestate anche funzionari del Comune 

Infiltrazioni della camorra negli uffici comunali: altri 18 indagati a Caivano. Sei imprenditori sono finiti ai domiciliari per corruzione di politici e dipendenti del Comune di Caivano per ottenere appalti pubblici, in un'inchiesta che coinvolge anche il boss Antonio Angelino. Stanotte, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare - emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Dda - nei confronti di 18 persone indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione.

Nel corso delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dall'Antimafia tra novembre 2022 e luglio 2023, sono emersi legami tra camorra,. amministrazione comunale e uffici nella gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici. Secondo l'accusa, per imporre il pizzo agli imprenditori vincitori delle gare d'appalto, il clan otteneva informazioni riservate dagli uffici comunali. E ancora, alcuni funzionari avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta del pagamento delle estorsioni, ritirando materialmente le tangenti. A loro volta, gli inquirenti sostengono che gli stessi imprenditori taglieggiati avrebbero ottenuto appalti corrompendo politici e dirigenti comunali compiacenti.

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Tra le 12 persone colpite dalla misura cautelare in carcere nel blitz di Caivano ci sono l'assessore Carmine Peluso, il consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, l'esponente politico Armando Falco il tecnico comunale Martino Pezzella, ritenuti gli intermediari con il boss Antonio Angelino (già detenuto), ma anche il dirigente comunale Vincenzo Zampella che avrebbe fornito materialmente informazioni sulle assegnazioni da lui firmate. Secondo l'Antimafia, il sistema Caivano prevedeva che gli imprenditori da un lato pagassero tangenti agli uffici comunali per ottenere gli appalti, dall'altro fossero taglieggiati dal clan. Nel caso in cui non pagassero, gli inquirenti hanno ricostruito che scattavano le ritorsioni. Il clan - tramite Giovanni Crolletti e Massimiliano Volpicelli - imponeva il blocco dei cantieri degli imprenditori che non pagavano. Nove Indagati erano già stati sottoposti a fermo lo scorso 10 ottobre, mentre altre nove persone erano indagate nell'ambito della stessa inchiesta. Tra queste compaiono i sei imprenditori finiti oggi agli arresti domiciliari.

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