Amazon vuole licenziare 10.000 persone. Bezos donerà in beneficenza 124 mld

Indiscrezione del New York Times: dopo il bilancio a tinte fosche l’azienda di e-commerce corre ai ripari ed è pronta a tagli di personale

Economia

Amazon vuole licenziare 10.000 persone

Amazon sta valutando il taglio di circa 10.000 posti di lavoro. Lo riferisce il New York Times secondo cui i licenziamenti potrebbero scattare già questa settimana. I tagli, riferisce il quotidiano citando fonti vicine al dossier, si concentreranno nel settore dei device, tra cui l'assistente vocale Alexa, oltre che nella divisione retail e nelle risorse umane. L'azienda non ha voluto commentare l'indiscrezione

Si tratta di un provvedimento resosi necessario dal momento che Amazon ha registrato un fatturato di 121,2 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2022, in aumento di “solo” il 7,2% rispetto all'anno precedente. È stata la crescita più lenta dell'azienda in più di due decenni, in leggero calo rispetto al 7,3% del trimestre precedente. L’azienda ha perso 2 miliardi, rispetto a un utile netto di 7,8 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno. Per l'intero 2021, il ricavo netto in rialzo del 22% a 469,8 miliardi, dopo i 386,1 miliardi del 2020. L'utile operativo è aumentato dai 22,9 miliardi del 2020 a 24,9 miliardi nel 2021. L'utile netto è stato di 33,4 miliardi, o 64,81 dollari per azione, dopo i 21,3 miliardi, o 41,83 dollari ad azione, del 2020. Insomma, una multinazionale che non ha problemi ad assumere nuovi dipendenti. 

Intanto però il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha annunciato che darà in beneficenza la maggior parte del suo patrimonio personale. 124 miliardi. Lo farà nei prossimi anni, o comunque mentre sarà ancora in vita. Lo ha detto il fondatore di Amazon in esclusiva alla Cnn, dove ha precisato che la sua fortuna sarà devoluta a progetti per la “lotta al cambiamento climatico” e in grado di combattere le “profonde divisioni sociali e politiche che affliggono l’umanità”. 

Da Meta a Twitter: Silicon Valley sempre più in crisi

Si tratta dell’ennesima pessima notizia che riguarda la Silicon Valley, se si eccettua Apple che ora ha una capitalizzazione complessiva paragonabile a quella di Meta, Alphabet ed Amazon insieme. Ad esempio, Mark Zuckerberg ha licenziato undicimila dipendenti, il 13% dell'intera forza lavoro di Meta. Lo ha fatto con un lungo post sul blog dell'azienda, in cui si legge: "Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo apportato nella storia di Meta. Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e lasciare andare più di 11.000 dei nostri talentuosi dipendenti. Stiamo inoltre adottando una serie di ulteriori misure per diventare un'azienda più snella ed efficiente, tagliando le spese discrezionali ed estendendo il blocco delle assunzioni fino al primo trimestre".

Elon Musk ha deciso di eliminare circa 3.700 posti di lavoro in Twitter, metà della forza lavoro della società di social media, nel tentativo di ridurre i costi dopo la sua acquisizione da 44 miliardi di dollari. Ma non basta: lo stesso magnate sudafricano ha poi dichiarato che l’intera struttura del social network è a rischio. E la scelta, rivelatasi un boomerang, di far pagare otto dollari la cosiddetta “spunta blu” rappresenta un ulteriore passo falso, con Musk costretto alla marcia indietro per il proliferare di finti account verificati
 

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