Golden Goose, Campara: "Il Made in Italy è emozione e cultura. La Borsa è un'ipotesi concreta"
"La moda dovrebbe riflettere la società, ma spesso non ascolta", afferma l'ad del marchio di sneaker
Silvio Campara
Goolden Goose, Silvio Campara rivela: "L’Ipo è una delle tante opzioni: potremmo essere acquisiti, entrare in un nuovo fondo o sbarcare in Borsa"
Golden Goose continua a crescere e non intende fermarsi. "Non posso dare numeri precisi, abbiamo un bond quotato. Ma nel primo trimestre cresciamo a due cifre, in linea con lo scorso anno. Visto il contesto, non è poco", ha affermato l'amministrato delegato, Silvio Campara, in una intervista al Corriere della Sera.
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"Non è l’economia a determinare il successo di un brand, ma i suoi valori e l’esecuzione", ha detto il manager 45enne parlando dei settori in cui Golden Goose registra il maggiore tasso di crescita e portando a come esempio il caso di Ralph Lauren, che "in cinque anni ha fatto +88% in Borsa e +33% negli ultimi due pur operando negli stessi mercati". Il punto di forza di un marchio, spiega Campara, sta nella "capacità di ascoltare ed eseguire ciò che il consumatore si aspetta da un brand. Che non significa fare ciò che vuole, ma capire ciò che cerca davvero".
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"La moda dovrebbe riflettere la società, ma spesso non ascolta. - continua Campara - Un 18enne oggi è meno spaventato dalla guerra che dal non essere ascoltato. È una generazione nata nel digitale. Un mondo binario, senza sfumature. Ma le sfumature hanno fatto grande la nostra generazione. Oggi c’è infelicità, tensione, depressione. La vera scarsità è un momento di felicità".
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Golden Goose per rispondere a questa nuova esigenze e coinvolgere emotivamente il compratore ha investito sulla possibilità di disegnare la propria sneaker: "Così nasce un momento, non un oggetto. E ci permette di spendere solo il 5,4% del fatturato in marketing contro una media del settore del 15%".
Fondamentale poi produrre in Italia in quanto "il Made in Italy non è una bandiera, è una cultura. Un metodo. Testa, cuore, istinto". Campara non sembra poi preoccuparsi dei dazi USA ma sottolinea che le imposte in sé non sono un problema ma lo è invece "l’ignoranza su come si calcolano".
Campara poi non esclude di ritentare nuovamente la quotazione in Borsa dando priorità al listino di Milano: "L’Ipo è una delle tante opzioni: potremmo essere acquisiti, entrare in un nuovo fondo o sbarcare in Borsa. La quotazione non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Ma deve essere fatta nel momento giusto. Quotarsi è facile, restare in Borsa con successo è la vera sfida".