Teatro Manzoni in perdita, non tutti gli investimenti di Berlusconi sono buoni

Si chiude un altro bilancio in rosso, con perdite raddoppiate rispetto al 2021, nonostante un ricco cartellone. Ernesto Mauri riconfermato presidente

di Andrea Giacobino
Ernesto Mauri, presidente del Teatro Manzoni
Economia

Fininvest, nonostante la ripresa post Covid e il cartellone fitto di rappresentazioni il Teatro Manzoni ha quasi raddoppiato le perdite rispetto al 2021 

Sul palcoscenico della Fininvest senza più Silvio Berlusconi va in scena una nuova perdita per Il Teatro Manzoni srl. Si tratta della società, controllata al 100% dalla holding del Biscione presieduta da Marina Berlusconi, che detiene l’omonimo teatro milanese nell’omonima via nel centro di Milano, che ha 150 anni di vita e che fu rilevato da Fininvest nel 1978.

L’esercizio 2022, approvato poche settimane fa dall’assemblea degli azionisti, s’è chiuso infatti con un rosso di oltre un milione di euro, quasi raddoppiato rispetto al disavanzo di 574mila euro del precedente bilancio, rosso che è comunque stato ripianato interamente. La perdita è tanto più significativa quanto più l’esercizio 2022 ha segnato la ripresa piena dell’attività teatrale con un cartellone fitto di rappresentazioni e questo spiega perché i ricavi anno su anno sono saliti da 1,7 ad oltre 4,3 milioni.

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Nel dettaglio i ricavi da biglietteria sono saliti da un milione a oltre 3,3 milioni e quelli da sponsorizzazioni da 377mila a 448mila euro. La relazione sulla gestione firmata dall’amministratore delegato Alberto Carletti spiega che nel 2022 il teatro ha aperto 211 volte il sipario per 49 spettacoli: la parte del leone l’ha fatto il cartellone della prosa con 135 recite.

Nella stessa relazione Carletti aggiunge, relativamente al primo trimestre di quest’anno, che sono stati rappresentati 23 spettacoli per un numero complessivo di 90 recite ed è quindi “ragionevole ipotizzare un risultato 2023 in miglioramento rispetto all’anno precedente”. L’assemblea ha riconfermato il consiglio d’amministrazione e il presidente Ernesto Mauri, già amministratore delegato della Mondadori.

Storia del Teatro Manzoni

Alla fine del diciannovesimo secolo sette illustri cittadini milanesi fondano la società anonima "Teatro Sociale di Milano" per la realizzazione di un teatro che rinnovi i fasti della grande prosa. La costruzione del teatro in Piazza San Fedele comincia nel dicembre dello stesso anno.

Dopo la morte di Alessandro Manzoni il 22 maggio 1873, il consiglio di amministrazione del teatro decide di rendere omaggio al grande scrittore scomparso intitolandogli il teatro. 

Nell'agosto del 1943 un bombardamento alleato distrugge completamente l'edificio di piazza San Fedele. Per la ricostruzione, si spostò in via Manzoni progettato dall'architetto Alziro Bergonzo e riccamente decorato di varie opere d'arte come pitture di Achille Funi e sculture di Leone Lodi: il nuovo teatro riaprì il 20 ottobre 1950, sette anni dopo la sua distruzione.

La gestione del nuovo Manzoni venne affidata a Remigio Paone, noto impresario milanese, con la passione per la rivista e il teatro musicale già direttore del Teatro Nuovo di Milano.

Dopo Paone, la direzione passò ad Adolfo Smidele, il quale instaurò un gemellaggio con il teatro stabile di Genova e dal quale prenderà molti spettacoli.

In commemorazione di Renato Simoni, morto nel 1952, il teatro venne rinominato "teatro della Via Manzoni - Renato Simoni", ma i cittadini milanesi cominciano a chiamarlo solamente con il vecchio nome Manzoni.

Nel 1967 la gestione del Manzoni venne affidata a Carlo Alberto Cappelli, proprietario di una casa editrice bolognese, e a Garinei e Giovannini, un duo di commediografi appassionati di rivista e teatro leggero.

A partire dal 1979 il teatro è di proprietà della Fininvest, che in quell'anno ha affidato la direzione artistica a Luigi Foscale, che lo gestirà per più di venti anni. La gestione Foscale si caratterizza per il ritorno del teatro Manzoni alla prosa e ai grandi spettacoli, diventando il luogo di ritrovo della borghesia milanese, di cui Silvio Berlusconi è tra i rappresentati più illustri. 

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