Kamala Harris, il flop dell'anno: che fine ha fatto la vicepresidente?

Deluse, almeno fino ad ora, le grandi speranze risposte nella prima donna vicepresidente degli Stati Uniti

di Daniele Rosa
Esteri
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Che fine ha fatto Kamala Harris?

Era l’astro nascente, la sua candidatura aveva suscitato speranza, emozione, orgoglio nel mondo femminile e in quello afroamericano. Certo perchè Kamala Harris, la vicepresidente di Joe Biden, un anno fa, aveva fatto la storia diventando la prima donna e la prima donna di colore ad ottenere quella posizione. Ed è pure diventata, seppur temporaneamente (circa 80 minuti), presidente degli Stati Uniti d’America.

La grande delusione

Nata a Oakland da madre indiana, immigrata da Chennai, e da padre di origine giamaicana, ha un curriculum di tutto rispetto. Laureata in legge alla Howard University e all'Hastings College of the Law di San Francisco. Poi viceprocuratrice distrettuale nella Contea di Alameda e a seguire procuratrice distrettuale a San Francisco. Ed infine procuratrice generale della California. Tutte le carte in regola per essere una super vicepresidente e forse, dopo due anni a lato di un presidente anziano come Biden, anche qualcosa di più. Ma i pessimi dati di popolarità e il flusso di rumors della politica interna stanno mangiando tutta l’immagine della Harris. 

Sondaggi pessimi per la vicepresidente

Già Biden sta vivendo un calo di popolarità, ma la vicepresidente lo sta subendo in maniera peggiore. La media dei sondaggi di Real Clear Politics dà i suoi consensi al 40%, due punti sotto Biden (42%). Un’analisi più dettagliata del “Los Angeles Times”, evidenzia che i suoi dati sono peggiori di quelli di Biden quando era vicepresidente, quelli di Al Gore (vicepresidente con Bill Clinton) e persino quelli di Dick Cheney (numero due di George W. Bush).

Le dimissioni dei suoi collaboratori più stretti

Un’ulteriore conferma di questo crollo viene anche dalle dimissioni, quasi in contemporanea, del suo portavoce, Symone Sanders e del direttore della comunicazione, Ashley Etienne. A sua parziale discolpa la Harris puo’ dire di aver ricevuto da Biden una vera “patata bollente”, e cioè la questione migratoria al confine sud con gli Stati Uniti. Un tema dove c'è molto da perdere e poco da guadagnare. Nel suo primo viaggio internazionale come vicepresidente, in Guatemala e Messico lo scorso giugno, Harris ha dovuto dire agli immigrati privi di documenti provenienti dall'America Centrale in fuga dalla povertà: "Non venite negli Stati Uniti”. Quattro parole che le hanno garantito una raffica di critiche anche nel suo stesso partito.

Lo scomodo ruolo del “number two”

La posizione di vicepresidente degli Stati Uniti è molto particolare e a due facce. Da una parte sei vicino al numero uno, ma dall’altra il tuo potere è quasi pari a zero. Benjamin Franklin aveva definito la posizione “come un’eccellenza superflua". Nelson Rockefeller, vice di Gerald Ford (1974-1977), ne aveva fatto una sintesi molto chiara "Vado ai funerali, vado ai terremoti". Thomas Marshall, vice di Woodrow Wilson (1913-1921), l’aveva definita “catalettica, perchè il vice non può parlare, non può muoversi, non sente dolore, è perfettamente consapevole di tutto ciò che sta accadendo, ma lo fa non parteciparvi". Ma Kamala aveva generato molte aspettative e qualcuno già la vedeva in corsa per i dem nel 2024 alla poltrona di numero uno. Ma non è stata solo colpa sua. Qualche osservatore tira in ballo il machismo contro la donna. I più scontenti sembrano essere gli uomini e la vicepresidente è un bersaglio costante degli attacchi più sessisti non solo sui social, ma anche sulla televisione conservatrice.

Il tentativo di rilancio

Nonostante questo Kamala Harris sembra non voler “morire” politicamente. E da qualche giorno è partita alla riscossa soprattutto sul tema dell’immigrazione confermando l’aumento considerevole di fondi a favore dello sviluppo dei paesi del Centroamerica come Salvador, Honduras e Guatemala. Cifre importanti superiori al miliardo di dollari in parte garantiti da grande imprese americane e latine come Pepsi e Apple per “aiutarli a casa loro”. Serviranno a creare occupazione, nuovi stabilimenti, business. Basterà questa mossa per ridare smalto alla battagliera Kamala Harris? Certo che se elezioni di midterm nel 2022 dovessero penalizzare il suo capo, il suo crollo diventerebbe molto più che preoccupante e, forse, senza ritorno.

 

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