Putin come Hitler prima della fine. Trema il Cremlino. Giallo a Mosca

Dai briefing all'odio per il web, Putin come Hitler prima della fine

Putin paragonato a Hitler in una manifestazione di protesta (IPA)
Esteri
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Zar ossessionato per la sua sicurezza


Vladimir Putin è ossessionato per la sua sicurezza. Da quando è al Cremlino, il presidente russo è impegnato a programmare assieme ai fedelissimi servizi segreti ogni singolo aspetto della sua vita. Qualche esempio? La scorta composta anche da 18 auto blindate. Oppure la presenza costante di ambulanza al suo seguito. Ma anche il celebre tavolo da 4 metri impiegato durante i confronti nei giorni più caldi a cavallo dell'inizio del conflitto in Ucraina. O la leggendaria squadra di assaggiatori personali che lo accompagna ovunque. Un'ossessione in pratica che oggi, a causa della sanguinosa invasione che lui stesso ha ordinato, pare aver raggiunto i suoi picchi più alti. Al punto che secondo il Daily Mail alcuni comportamenti dell'ex agente del Kgb ricorderebbero da vicino quelli di un altro dittatore sanguinario: Adolf Hitler.

E così Putin - come si legge su Il Messaggero - frequenta sempre meno spesso il Cremlino, preferendo gestire il Paese dalla sua maestosa tenuta estiva nel sobborgo di Novo-Ogaryovo, un quartiere esclusivo a ovest di Mosca. Lì è asserragliato con un suo staff indipendente dal Cremlino, le sue guardie del corpo personale e un'intera squadra di assaggiatori di cibo. Vale a dire che chiunque altro abbia intenzione di incontrarlo deve recarsi nella villa, senza peraltro alcuna garanzia di essere ricevuto. Tant'è che, spiega il quotidiano inglese, per mesi il presidente dell'ex Urss ha preferito non incontrare molti tra i suoi ministri e consiglieri. Una situazione che per Mark Galeotti, analista esperto di Russia, ricorderebbe da vicino quella vissuta da Hitler nei suoi ultimi giorni. «Naturalmente - si legge - i nemici di Putin non sono alle porte di Mosca come lo erano quelli di Hitler a Berlino, ma ci sono dei parallelismi nel rifiuto di entrambi i leader di ascoltare i propri consiglieri e nella loro insistenza nel dirigere manovre militari nonostante non abbiano l'esperienza per farlo».

Non solo. La paranoia sviluppata da Putin si concretizza anche nel non fidarsi affatto del web, preferendo gestire tutto attraverso documenti cartacei. A farla padrone - durante la riunione del mattino, immediatamente successiva ad una sveglia che suona piuttosto tardi e ad una nuotata - sono quindi i rapporti militari, poi i documenti dell'SFV, il servizio di intelligence, che gli raccontano cosa sta succedendo a livello internazionale; poi il rapporto dell'FSB, il servizio di sicurezza federale, su quanto sta accadendo all'interno della Russia; e infine un riassunto delle azioni dell'élite russa - i suoi oligarchi, amici e nemici allo stesso modo - dall'UST, il servizio di protezione federale. Solo a quel punto, acquisiti tutti i dettagli della giornata, Putin decide se e con chi vuole parlare, finendo sempre più spesso per isolarsi in una bolla che - secondo gli osservatori - finisce con il distorcere ulteriormente la sua visione del conflitto.

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