Fentanyl, cresce negli Usa ed Europa la droga 50 volte più letale dell'eroina

Un oppiaceo sintetico, economico e potente, dal quale non ci si puo’ liberare

di Daniele Rosa
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Fentanyl, 50 volte più letale dell'eroina

50 volte più potente dell’eroina, più tossico, con effetti più profondi ed avvincenti e, purtroppo più economico, è il Fentanyl la droga di moda negli Stati Uniti e che ora sta cominciando ad invadere anche l’Europa. Negli ultimi dieci anni, l'uso del Fentanyl è aumentato in maniera esponenziale causando in un triennio una crescita del numero dei morti del 90%. Solo nel 2021 oltre 70000 in US. Un veleno micidiale che viene spesso combinato con metadone, eroina o alcol, il che ne aumenta la dipendenza e successivamente la morte. Il Fentanyl  non è certo un prodotto nuovo.  E’ nato, come prodotto di sintesi, nel 1960 dal lavoro del medico e ricercatore belga Paul Janssen, è utilizzato dal 1963 come analgesico endovenoso. Poi dagli anni ’70 sono cresciute le are di utilizzo. E’ registrato nella famiglia degli oppiacei (naturali o sintetici), ed è uno dei più forti antidolorifici che abbiamo a disposizione.

Fentanyl, da prodotto utile a prodotto letale per tanti giovani 

 

Purtroppo, nonostante questa indiscussa utilità in medicina, il mercato nero degli oppioidi sintetici è cresciuto rapidamente negli ultimi anni diventando una moda letale per tanti giovani. Le proprietà di questi narcotici sono molto affini all’eroina e alla morfina con la unica differenza che sono molto più tossici e fortemente sviluppatori di dipendenza. Altro aspetto negativo è che sono più economici da produrre e quindi da vendere e questo aumenta in maniera esponenziale il rischio di overdose. Come agisce questo oppiaceo nel corpo? L'effetto piacevole o rinforzante prodotto dal Fentanyl dipende dal sistema mesolimbico della dopamina, i percorsi utilizzati dal neurotrasmettitore dopamina per distribuirsi nel cervello. Tuttavia, dopo un consumo continuato, iniziano a verificarsi i primi neuroadattamenti che interessano lo striato dorsale, una regione coinvolta nella formazione delle abitudini. Se il consumo viene interrotto, compare uno stato emotivo negativo che avvia il circuito dello stress. Quindi aumenta il rilascio del neurotrasmettitore noradrenalina, l'amigdala si attiva e aumentano i livelli del fattore di rilascio della corticotropina, un ormone correlato anche allo stress emotivo.

Fentanyl, una droga dalla quale non si riesce a liberarsi

Questo vortice di reazioni provoca sintomi legati all'attivazione del sistema nervoso autonomo, la cui funzione è quella di regolare l'attività degli organi interni – cuore, fegato, organi riproduttivi, ghiandole sudoripare– per adattarsi alle richieste dell'ambiente. Sono i tremori, la sudorazione, il vomito o la tachicardia con cui si manifesta la sindrome da astinenza quando cessa la somministrazione del farmaco. Inoltre, la comparsa del desiderio di ottenere e consumare la sostanza è correlata a neuroadattamenti nella corteccia cerebrale, nell'ippocampo e nell'amigdala, che intensificano il desiderio prima dei segnali associati al consumo. Tutte queste trasformazioni favoriscono la dipendenza, una malattia cronica. Di conseguenza interrompere il Fentanyl sta diventando sempre più complicato in quanto il corpo ha prodotto la necessità del farmaco per funzionare. Purtroppo la diffusione non è rimasta solo in America ma sta crescendo anche in Europa. Ad esempio in Spagna, quasi il 16% della popolazione tra i 15 ei 64 anni ha ammesso di aver assunto analgesici oppioidi con o senza prescrizione medica. Tra loro il consumo di Fentanyl tra loro è aumentato dal 3,6% nel 2020 al 14% nel 2022. Numeri che preoccupano.

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