Uno di noi, libro: ricercare le proprie radici per sopravvivere alla morte

La casa editrice Mattioli 1885 porta in Italia, con la traduzione di Nicola Manuppelli, "Uno di noi" di Larry Watson, storia di disperazione e amore

di Sara Perinetto
Libri & Editori
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Uno di noi, recensione del libro

Quando si pensa agli Stati Uniti centrali li si immagina così come sono descritti in Uno di noi: paesaggi rustici, ranch sconfinati, cavalli nelle praterie e cittadine di gente ruvida.

È qui, tra Nord Dakota e Montana che Larry Watson ha deciso di ambientare il suo Let him go, tradotto in italiano, come Uno di noi, da Nicola Manuppelli per Mattioli 1885.

Da questa estate è anche disponibile il film con Kevin Costner e Diane Lane protagonisti, che certo merita la visione, anche se di certo non si ha bisogno di foto o pellicole per veder scorrere nella propria mente chiare e nitide le immagini evocate dalle parole che scorrono dense tra le pagine di questo volume.

Un libro che arriva dritto all’animo umano, perché parla di famiglia, di appartenenza, di legami che vanno oltre l’amore romantico, come quello di George e Margaret, due (quasi) anziani, che dopo quarant’anni insieme trovano ancora le forze per lottare per il proprio futuro.

Il figlio James, infatti, è morto lasciando loro un nipotino che però viene portato via da Lorna, la nuora, che ha sposato in seconde nozze un membro del clan dei Weboy, cambiando città, lavoro, abitudini. Ma le radici non si possono cambiare. Restano là, salde nel terreno, e a volte si rinforzano anche se non vengono annaffiate, perché prendono nutrimento da profondità ataviche che fanno parte di noi anche se non lo sappiamo. O non lo vogliamo. La coppia di anziani si mette quindi in viaggio per cercare di recuperare quel pezzo di famiglia che hanno perso e su cui sentono di avere dei diritti.

Un viaggio verso il passato che cambierà per sempre il futuro di tutti.

Uno di noi è infatti anche la storia di quanto costa a volte rimediare ai nostri errori, di quanto siamo disposti a sacrificare, a perdere di noi e di ciò che amiamo in nome di un bene superiore che magari non comprendiamo ma che sappiamo che esiste, per istinto.  

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Leggendo questa vicenda umana di disperazione e amore, non sempre saremo d'accordo con i personaggi, ma sempre potremo capire le ragioni emotive che guidano le loro azioni, perché, nel bene e nel male, sono le stesse che appartengono a tutti gli uomini: il desiderio di sopravvivere alla morte, di lasciare qualcosa dopo di noi, di avere uno scopo per cui vivere.

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