Caso "Libero"-"La Verità", Feltri: "Non sono più io a decidere la linea"

Il popolare giornalista su No Vax e informazione: "Tutti vanno ascoltati... anche se il 90% degli italiani ha un'idea molto chiara"

Di Lorenzo Zacchetti
MediaTech
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Editoria e Covid: intervista a Vittorio Feltri (Libero)

I sommovimenti nel settore dell’editoria fanno sempre molto discutere e negli ultimi giorni si sono registrate fibrillazioni decisamente interessanti nell’area che guarda al centrodestra. “La Verità” di Maurizio Belpietro continua a crescere e, dopo aver staccato “Libero” di Alessandro Sallusti, ora punta all’aggancio su “Il Giornale” di Augusto Minzolini. Una gara entusiasmante ed incerta, nella quale i dati relativi alle copie si intrecciano con le rispettive linee editoriali, in una fase nella quale si polemizza molto sullo spazio che è più o meno opportuno riservare alle idee contrarie al mainstream, specialmente sul Covid e sulle corrette misure di prevenzione.

Per approfondire questa discussione, affaritaliani.it ha incontrato Vittorio Feltri, già Direttore Responsabile de “Il Giornale”, “Il Borghese”, “L’Indipendente” e “Libero”, del quale oggi è Direttore Editoriale, oltre che consigliere comunale a Milano per Fratelli d’Italia

Qual è la sua opinione rispetto allo spazio giornalistico da riservare ai No Vax? 

“È giusto che ognuno abbia spazio per esprimere le proprie opinioni, ma a una condizione: che tali opinioni, specialmente a riguardo del Covid, siano sempre bilanciate da qualcuno che possa esprimere un parere diverso, se non contrario. Poi, naturalmente bisogna anche tenere conto del fatto che la stragrande maggioranza degli italiani si è comportata in maniera uniforme rispetto alle raccomandazioni della scienza. Poi c’è una quota di minoranza che è ostile ai vaccini, al Green Pass, eccetera. E quindi va ascoltata, ma in proporzione alla loro quantità”.

Si sta quindi creando un mercato editoriale nel quale alcune testate si rivolgono specificatamente ai No Vax e altre invece alla maggioranza che si riconosce nelle scelte di prevenzione?

“Sì. Quando sento i No Vax, prendo atto di posizioni che posso condividere o non condividere, ma tengo comunque conto del fatto che il 90% degli italiani la pensa diversamente. E bisogna tenerne conto anche nel dosaggio delle opinioni”.

E questo come si rispecchia sui dati di vendita? Ad esempio “Libero” sta attraversando una fase di difficoltà, mentre ad esempio sale “La Verità”, che ha una linea molto più aperta a tesi contrarie al “mainstream”…

“Ah, non so. Ormai io non sono più il Direttore Responsabile di ‘Libero’ e non posso neanche esprimere opinioni sulla sua linea e il suo modo di condurre le cose. Posso solo aggiungere una cosa: secondo me ormai i giornali trascurano troppo i fatti della vita, per correre dietro alle questioni riguardanti il Covid e il Colle, e questo secondo me danneggia. Però è una mia opinione, del tutto personale”. 

Nel vostro caso specifico, è possibile che “Libero” abbia pagato pegno a una linea un po’ più morbida, anche appunto sul Quirinale e il Governo?

“Io penso di sì. È sempre opportuno riportare tutte le opinioni, ma naturalmente dosandole. Non si può dare la preponderanza ai No Vax rispetto ai Si Vax: bisogna vedere di ragionare, di capire come stanno le cose. È chiaro che anche i No Vax hanno il diritto di dire le loro stupidaggini”. 

Come sta andando la sua esperienza da consigliere comunale a Milano, sulla quale inizialmente era un po’ scettico?

“No, non sono neanche scettico. Diciamo che in consiglio comunale ci vado quando bisogna affrontare delle questioni concrete. Se devo andare lì per delle menate burocratiche, non lo faccio perché ho cose più interessanti da fare. La mia non è una polemica: è una constatazione del fatto che spesso nei consigli comunali, per quello che ho potuto capirne negli ultimi periodi, si affrontano questioni strettamente burocratiche, che a me non interessano”.

Questo accade perché i Sindaci e le Giunte hanno troppo potere, rispetto ai rispettivi consigli comunali?

"Perché accada non lo so. Però credo che in un consiglio comunale si debbano dibattere cose che riguardano la città e i cittadini. Se invece bisogna parlare delle fermate del tram, io non mi appassiono".

 

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