Il Gruppo Romeo compra L'Unità e alla guida c'è Piero Sansonetti

Il quotidiano politico ha un nuovo editore, alla guida del giornale c'è Piero Sansonetti. Ora "Il Riformista" cerca in sostituto in "area Calenda"

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Il Gruppo editoriale Romeo e Piero Sansonetti hanno acquisito L’Unità. Il Riformista è alla ricerca di un nuovo direttore di area calendiana

L’Unità, il quotidiano politico fondato nel 1924 da Antonio Gramsci, ha un nuovo editore, il Gruppo Romeo. La guida del giornale è stata affidata a Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista. Un ritorno al passato, dal momento che Sansonetti era entrato all'Unità nel 1975 e ci era rimasto per trent'anni, diventandone prima vicedirettore e poi condirettore.

L'Unità era in concordato presso il tribunale fallimentare di Roma, il Gruppo Romeo e Sansonetti hanno offerto 910mila euro e hanno vinto la gara, superando i 900mila euro offerti da Silvio Pons, presidente della Fondazione Gramsci. L'operazione di acquisizione della testata non prevede obblighi verso i giornalisti della redazione del quotidiano che, dal fallimento nel 2017, ha ancora delle pendenze sospese.

Sansonetti, che vorrebbe riportare l’Unità in edicola a inizio 2023, avrebbe già cominciato a cercare un sostituto al Riformista. Vorrebbe che si trattasse di qualcuno di area calendiana o zone politiche limitrofe.

I giornalisti e i poligrafici della redazione de L'Unità sono rimasti senza alcuna protezione sociale a partire dal 1° gennaio 2022. Questo il commento del Comitato di redazione (Cdr) al riguardo: "Un’azienda che tiene in ostaggio giornalisti e poligrafici, confinandoli in un girone infernale, sospesi nel nulla, dal 1 gennaio 2022 senza più alcuna protezione sociale. Da tempo abbiamo perso le parole per definire, raccontare, una condizione allucinante, umiliante. Una vicenda che da tempo ha ormai travalicato la red line della vergogna".

Sansonetti aveva già proposto l'acquisizione della testata rivolgendosi direttamente al commissario nominato dal tribunale che, però, gli aveva spiegato che ogni decisione era nelle mani del giudice, e che al momento (all'inizio del 2022) la sua proposta non poteva essere accettata. Sansonetti aveva proposto di rilevare la testata e non l’azienda con tutti i dipendenti (e i debiti): "Ma nella mia offerta era previsto di liquidare i dipendenti con tutto il dovuto".

 

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