Twitter, crolla la raccolta pubblicitaria (-71%). E la colpa è di Elon Musk

Da quando Elon Musk ha messo piede negli uffici di Twitter come nuovo patron, 14 inserzionisti su 30 hanno tagliato i rapporti con il social network

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Twitter, crolla la raccolta pubblicitaria (-71%). Elon Musk spaventa gli inserzionisti

Musk fa scappare gli inserzionisti. Da quando il miliardario sudafricano ha acquisito Twitter, la raccolta pubblicitaria a novembre e dicembre è crollata rispettivamente del 55% e 71% rispetto ai dati dello stesso periodo del 2021.

Risultati resi ancora peggiori dal fatto che la dirigenza della piattaforma ha varato un allargamento dei confini sulle categorie di pubblicità mostrate includendo, per esempio, gli spot dei politici.

Ma il crollo della vendite delle pubblicità del social non è certo un caso. Secondo il gruppo di analisti Pathmatics, infatti, il fenomeno è dovuto alla scelta di Twitter di concedere a qualunque utente la spunta blu, a patto di pagare una sottoscrizione di 7,99 dollari al mese. Una decisione che ha creato tante polemiche.

Non solo. A pesare sull’addio di diversi inserzionisti c’è anche la politica di “remissione dei peccati” operata dal nuovo patron, che ha riportato all’interno del perimetro di Twitter alcuni controversi personaggi famosi prima bannati come, per esempio, Donald Trump o Kanye West.

Nel dettaglio, nell’istante esatto in cui Elon Musk ha acquisito il social network ben 14 grandi inserzionisti su 30 avrebbero immediatamente tagliato i rapporti. E, ovviamente, un crollo così repentino della raccolta pubblicitaria ha avuto un impatto fortissimo sulle finanze di Twitter. Secondo i primi dati parziali, infatti, la quarta trimestrale 2022 porterà con sé un calo del 35% dei ricavi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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